Stati Uniti: via libera dal Senato al dibattito sulla riforma sanitaria del presidente
Obama
Con 60 voti a favore e 39 contrari il Senato degli Stati Uniti ha dato ieri sera un
primo via libera alla riforma sanitaria allo studio del Congresso. Il voto a carattere
procedurale apre un iter molto lungo che avrà, fra l’altro, l’obiettivo di unificare
i testi di Camera e Senato. Il servizio di Marco Guerra:
Il senato
americano dà l’ok al dibattito che consente di procedere nella messa a punto della
riforma del sistema sanitario tesa ad estenderne la copertura a circa 31 milioni di
americani che ne sono sprovvisti. Il cammino della nuova normativa resta, tuttavia,
ancora lungo e uniformare i testi di Camera e Senato è primo ostacolo da superare.
Quello già approvato alla Camera prevede spese per più di mille miliardi di dollari
e alcuni limiti per la copertura dell’aborto terapeutico. Il documento allo studio
al Senato, invece, comporterebbe un costo di 848 miliardi di dollari e consentirebbe
una sorta di opzione pubblica, ovvero la possibilità per i singoli Stati di mettersi
in concorrenza con le assicurazioni. Inizia, dunque, a prendere corpo il più importante
impegno elettorale del presidente Obama. “Il voto storico di questa notte ci avvicina
alla nostra volontà di porre fine agli abusi delle società assicurative e di ridurre
i costi delle cure mediche”, ha affermato il portavoce della Casa Bianca, Robert Gibbs,
con una certa soddisfazione. Ovviamente, più critico il commento dei repubblicani
al Senato, che mettono in guardia contro l’adozione “di questo programma estremamente
costoso in un momento in cui i creditori internazionali, e in particolare i cinesi,
danno lezioni sul debito americano”.
Tensioni tra
Armenia e Azerbaijan per il Nagorno Karabakh È sempre più alta la tensione
tra Azerbaijan e Armenia per la contesa sull’enclave del Nagorno Karabakh. Stamani
a Monaco, in Germania, si è aperto un negoziato tra le autorità dei due Paesi caucasici
per risolvere la disputa che va aventi da oltre 15 anni. Dal canto suo il presidente
azero, Ilham Aliyev, ha parlato di ultima speranza. Se i negoziati falliranno, ha
precisato, “non resteranno altre opzioni” che quella armata. Il Nagorno-Karabakh è
una regione del Caucaso meridionale, abitata da una maggioranza di etnia armena, contesa
tra Azerbaijan e Armenia fin dal crollo dell’Unione Sovietica nel 1991.
Indonesia
tragedia traghetto Tragedia del mare in Indonesia, dove un traghetto con circa
300 passeggeri è affondato, a causa delle cattive condizioni meteorologiche, al largo
dell'isola di Karimun, vicino a Singapore. I soccorsi tempestivi hanno tratto in salvo
232 persone. Almeno 21 passeggeri, tuttavia, hanno perso la vita nell'incidente. Ancora
imprecisato il numero di dispersi.
Cina miniera È salito a 87 morti
e 21 dispersi il bilancio dell'esplosione avvenuta ieri in una miniera di carbon fossile
nel nordest della Cina. L'esplosione di gas grisou si è verificata a 400 metri di
profondità, mentre 529 minatori erano al lavoro.
India - violenze Almeno
sette persone sono morte e 52 sono rimaste ferite in un duplice attentato dinamitardo
nello Stato nordorientale indiano dell'Assam. Secondo fonti locali, due bombe, piazzate
su biciclette, sono esplose in rapida successione davanti alla stazione di polizia
di Nalbari. Gli attentati non sono stati rivendicati, ma la polizia punta il dito
contro l'Ulfa (United Liberation Front of Asom), il fronte di liberazione dell'Assam
che da anni si batte per l'indipendenza da Delhi. Le autorità, inoltre, pensano che
l'attentato di oggi sia da collegare al recente arresto del responsabile delle relazioni
estere del movimento.
Afghanistan In Afghanistan, è subito svanita
la quiete che, giovedì scorso, ha accompagnato l’insediamento del presidente Karzai.
Cinque guardie di confine afghane sono state uccise da un ordigno fatto esplodere
al passaggio di una pattuglia militare nella provincia di Kandahar. Ieri, quattro
persone sono rimaste ferite nello spettacolare attacco a colpi di razzi contro l'Hotel
Serena di Kabul, il più prestigioso della capitale. Intanto, si fa sempre più serrato
il confronto in seno alla coalizione internazionale sulla nuova strategia militare
che presto sarà annunciata dall’amministrazione americana. Secondo la stampa statunitense,
Obama è intenzionato a chiedere altri 7000 uomini agli alleati europei della Nato.
Iran
esercitazioni militari “Se i nemici attaccheranno l'Iran, i nostri missili
bombarderanno Tel Aviv”. La nuova minaccia nei confronti di Israele arriva dal generale,
Mojhtaba Zolnoor, rappresentante della Guida Suprema, Ali Khamenei, all'interno dei
pasdaran. Parole che coincidono con l’inizio di un’imponente esercitazione militare
della durata di cinque giorni, che ha lo scopo di testare le capacità difensive della
Repubblica islamica, soprattutto in caso di un attacco contro le installazioni nucleari
del Paese.
Medio Oriente Sette palestinesi sono rimasti feriti a
seguito di un raid dell’aviazione israeliana su alcuni obiettivi nella Striscia di
Gaza. Il raid è scattato dopo l'ennesimo razzo lanciato ieri contro il territorio
dello Stato ebraico. Un portavoce militare israeliano ha precisato che nella città
di Gaza è stata colpita una fabbrica utilizzata per costruire armi. Intanto, fa discutere
il rapporto sul conflitto israelo-palestinese pubblicato dall’organizzazione umanitaria
israeliana “T'selem”, secondo il quale circa 9000 persone di entrambe le parti avrebbero
perso la vita in due decenni di violenze. (Panoramica internazionale a cura di
Marco Guerra)
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