La Giornata per il sostentamento del clero in Italia promossa dalla Cei, un invito
alla condivisione per garantire aiuto a circa 38 mila sacerdoti
Giornata oggi, in Italia, di sensibilizzazione per il sostentamento del Clero, promossa
dalla Conferenza episcopale italiana. Un appuntamento importante per ricordare a tutta
la comunità cristiana e a quanti apprezzano l’operato dei sacerdoti, il dovere di
contribuire con la propria offerta, ad assicurare loro il necessario. La Giornata
vuole anche sottolineare il valore della partecipazione attiva e della corresponsabilità
nell’ambito della Chiesa di appartenenza. Al dott. Matteo Calabresi, responsabile
del Servizio per la promozione del sostegno economico alla Chiesa cattolica, Adriana
Masotti ha chiesto di ripercorrere brevemente la storia di questa iniziativa:
R.
- La necessità di sostenere economicamente il clero nasce a seguito della riforma
concordataria. Mentre prima della riforma i sacerdoti erano sostenuti con la cosiddetta
“congrua”, cioè una sorta di assegno mensile che lo Stato versava ai sacerdoti, oggi,
i sacerdoti sono affidati esclusivamente ai propri fedeli. In sostanza, la Cei ha
fissato un livello di remunerazione che va dagli 883 euro al mese per 12 mensilità
per un sacerdote appena ordinato, fino ai 1376 per un vescovo ai limiti della pensione.
Per arrivare a questa cifra interviene, in primo luogo, la remunerazione propria dei
sacerdoti - dovuta a incarichi diocesani come l’insegnamento della religione o attività
negli ospedali, nelle carceri, etc. In secondo luogo, è la stessa comunità parrocchiale
che sostiene il sacerdote: infatti, ogni sacerdote riceve una quota capitaria in base
alla popolazione della sua parrocchia. In caso - sempre che non si raggiunga con queste
due fonti la quota famosa di 800 euro - interviene l’Istituto centrale di sostentamento
del clero con una integrazione. Purtroppo l’Istituto incide solo per il 3 per cento
sul totale del sostentamento, quindi il restante deve essere ulteriormente integrato
dalla quota dell’otto per mille. Il nostro obiettivo è di incrementare quel piccolo
3 per cento e quindi, in un certo senso, anche liberare più fondi destinati alle opere
pastorali e di carità sul territorio, che è la destinazione ideale di quanto prodotto
dall’otto per mille.
D. - Lei già in parte lo ha anticipato,
ma vuole precisare ancora la differenza tra la raccolta fondi per il sostentamento
del clero e la destinazione dell’otto per mille delle tasse alla Chiesa cattolica?
R.
- La differenza che salta subito agli occhi forse è che, mentre firmare per l’otto
per mille alla Chiesa cattolica è sostanzialmente gratis, fare un’offerta ai sacerdoti
comporta ovviamente un esborso di denaro. Un’altra differenza è che l’offerta è un
gesto diretto, un gesto concreto di condivisione di valori e di partecipazione attiva
alla vita ecclesiale, come a dire: se lei condivide i valori e supporta moralmente
la missione e le opere concrete che questi 38 mila sacerdoti sparsi per l’Italia svolgono,
allora è anche giusto dare un contributo, un segno concreto.
D.
- E’ abbastanza diffusa l’idea tra la gente che i sacerdoti, i vescovi, siano abbastanza
ricchi, che abbiano delle possibilità economiche. Quanto lei dice, invece, dimostra
che non possono contare su molto…
R. - Ovviamente, i
vescovi hanno maggiori necessità per il loro incarico, però la quota è sempre quella,
1376 euro.
D. - Per contribuire al sostentamento del
clero non c’è un solo giorno all’anno ma qualsiasi momento è buono. Ma come farlo?
R.
- La Giornata nazionale è ovviamente solo l’occasione per fermarsi a pensare, per
fare un po’ il punto. Per fare un’offerta ci si può recare in tutti gli uffici postali
e riempire il bollettino apposito: si può fare un bonifico bancario trovando gli
elenchi sul sito "offerteaisacerdoti.it", ci si può recare tranquillamente nella propria
diocesi, oppure chiamando al nostro numero verde 800.825.000 per fare un’offerta tramite
carta di credito.
D. - Si può versare anche direttamente
al proprio parroco?
R. - Si può versare anche al proprio
parroco: la cosa importante è chiedere di fare un versamento sempre al conto corrente
postale, perché in questo modo le offerte rientrano nell’Istituto centrale di sostentamento
del clero che li ridistribuisce a livello nazionale a tutti i sacerdoti.
D.
- Nell’anno di maggiore partecipazione, hanno fatto un’offerta per il sostentamento
del clero non più di 180 mila persone, numero negli ultimi anni diminuito: poche,
considerando il fatto che la maggioranza degli italiani si dichiara cattolica. Perché
così poche? Vuole approfittare in questo momento per fare un invito rivolto a quanti
sono in ascolto?
R. - Sicuramente sì. Perché così poche?
Questa è una domanda che vorrei appunto rivolgere a tutti i fedeli e a chi apprezza
l’operato di moltissimi sacerdoti impegnati in opere di bene. Purtroppo, le offerte
sono ancora troppo poche e mi viene da pensare che forse molti fedeli pensino come
più degni di valorizzazione le opere stesse, il risultato, il concreto. Eppure, tutte
queste opere pastorali e di carità senza i sacerdoti sarebbero impossibili da realizzare.
Quindi, il mio appello è quello di lasciarsi guidare dal cuore e pensare all’operato
di questi sacerdoti.