Benedizione e concerto per il restaurato organo Tamburini nella Basilica romana di
Sant'Ignazio di Loyola. Intervista con il maestro James E. Goettsche
Solenne benedizione, questa mattina, dell’organo Tamburini nella Basilica di Sant’Ignazio
di Loyola a Roma, dopo il restauro voluto dai Padri gesuiti con il sostegno della
Fondazione Pro Musica e Arte Sacra. La cerimonia, celebrata da Mons. Luis F. Ladaria,
segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede, nella festività di Santa
Cecilia, patrona della Musica, è stata seguita da un concerto dei solisti dell’Orchestra
Sinfonica del Bayerischer Rundfunk Monaco, diretti da Johannes Skudlik. Arianna
Voto ha intervistato James Edward Goettsche, organista della Basilica di
San Pietro, che ha inaugurato l’organo Tamburini giovedì scorso:
D. - Maestro
Goettsche, qual è l’importanza dell’organo per la Chiesa, sia essa la grande Basilica
di San Pietro, sia una qualunque chiesa parrocchiale?
R.
- Si potrebbe dire che l’organo è proprio la voce del tempio, del luogo in cui sorge,
in cui è stato costruito e in cui si è sviluppato attraverso tutti i lunghi secoli
di storia. L’organo accompagna tutte le funzioni, accompagna il canto dell’assemblea
e cerca di dare anche il tono a tutte le liturgie che si svolgono nel tempio.
D.
- In particolare, l’organo Tamburini della chiesa di Sant’Ignazio a Roma viene restituito
alla città dopo un restauro di due anni…
R. - Il
restauro è stato promosso dai Padri gesuiti della Basilica assieme alla Fondazione
Pro Musica e Arte Sacra. E’ stato affidato a una ditta di Messina chiamata OSL, che
è condotta da Fabrizio Ori Saitta e Luigi Lombardo che conoscono molto bene l’evoluzione
degli strumenti della famiglia Tamburini. In questo restauro hanno voluto armonizzare
gli interventi successivi alla costruzione originale e hanno aggiunto anche una trasmissione
elettronica che dà un controllo più facile alla registrazione e dà la possibilità
di infinita varietà.
D. - Quali sono le caratteristiche
di questo strumento?
R. - Questo strumento è degli
anni ’30 dell’ultimo secolo, un periodo che si chiama “sinfonico” e gli organi cosiddetti
“sinfonici” si ispiravano spesso a quelli sorti in altri Paesi, come per esempio in
Inghilterra e negli Stati Uniti. L’organo della basilica di Sant’Ignazio ha circa
quattromila canne, tre tastiere e pedali ed ha 47 registri. Lì si possono ricordare
i concerti di tutti i grandi maestri del periodo degli anni ’30, ’40, ’50, ’60 fino
ai nostri tempi. I concerti soprattutto dei grandi maestri come Fernando Germani,
che su quell’organo ha eseguito molte volte durante la sua carriera tutta l’opera
integrale di Johann Sebastian Bach.
D. - Lei tra
l’altro è stato allievo di Fernando Germani, quindi è una particolare emozione suonare
sul suo stesso organo, e con quale repertorio poi...
R.
- Questo si può ben dire. Io ho avuto la grande fortuna di conoscere Fernando Germani
negli Stati Uniti nel 1961, mi ha invitato a venire anche in Italia a continuare i
miei studi con lui e poi, devo dire, non avrei mai immaginato di essere poi un giorno
tra i suoi successori nella Basilica di San Pietro. Io, comunque, ho scelto composizioni
César Franck perché l’organo è uno strumento sinfonico dell’inizio dell’ultimo secolo
ed è stato ispirato alla musica che allora era in voga e fra tutti i compositori il
principale compositore del romanticismo era considerato César Franck, quindi ho portato
composizioni di Franck che sono state eseguite nella loro interezza dal mio maestro
sia alla radio che in chiesa.
D. - Oggi purtroppo,
nonostante molte chiese siano dotate di splendidi organi, spesso la musica sacra classica
viene sostituita da chitarre o altri strumenti popolari…
R.
- Io penso che malgrado la musica del popolo sia entrata a far parte della liturgia,
la musica grande dei secoli e della storia continuerà sempre a svolgere il suo ruolo.
Il Santo Padre ha auspicato che nelle chiese importanti sia continuato l’uso della
lingua antica e ancora ufficiale della liturgia - il latino - accompagnato dalle grandi
musiche che hanno fatto parte della storia della liturgia. In questo senso, è importante
conoscere il repertorio per l’organo. I concerti in chiesa non sono in realtà altro
che la riproduzione di musica che è nata per la liturgia e per la chiesa ed è molto
importante che i fedeli conoscano questa musica.
Questa
sera alle 21, sempre nella Basilica di Sant'Ignazio, concluderà la prima parte del
Festival Internazionale di Musica e Arte Sacra il concerto con gli ensemble
vocale e di strumenti a fiato della Palatia Classic diretti da Leo Krämer, solista
Ingrid Paul al flauto dolce e l’eccezionale trombettista Laura Vukobratovic, in musiche
di Gabrieli, Purcell, Mendelssohn e Richard Strauss.