2009-11-22 11:42:32

Benedizione e concerto per il restaurato organo Tamburini nella Basilica romana di Sant'Ignazio di Loyola. Intervista con il maestro James E. Goettsche


Solenne benedizione, questa mattina, dell’organo Tamburini nella Basilica di Sant’Ignazio di Loyola a Roma, dopo il restauro voluto dai Padri gesuiti con il sostegno della Fondazione Pro Musica e Arte Sacra. La cerimonia, celebrata da Mons. Luis F. Ladaria, segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede, nella festività di Santa Cecilia, patrona della Musica, è stata seguita da un concerto dei solisti dell’Orchestra Sinfonica del Bayerischer Rundfunk Monaco, diretti da Johannes Skudlik. Arianna Voto ha intervistato James Edward Goettsche, organista della Basilica di San Pietro, che ha inaugurato l’organo Tamburini giovedì scorso:RealAudioMP3

D. - Maestro Goettsche, qual è l’importanza dell’organo per la Chiesa, sia essa la grande Basilica di San Pietro, sia una qualunque chiesa parrocchiale?

 
R. - Si potrebbe dire che l’organo è proprio la voce del tempio, del luogo in cui sorge, in cui è stato costruito e in cui si è sviluppato attraverso tutti i lunghi secoli di storia. L’organo accompagna tutte le funzioni, accompagna il canto dell’assemblea e cerca di dare anche il tono a tutte le liturgie che si svolgono nel tempio.

 
D. - In particolare, l’organo Tamburini della chiesa di Sant’Ignazio a Roma viene restituito alla città dopo un restauro di due anni…

 
R. - Il restauro è stato promosso dai Padri gesuiti della Basilica assieme alla Fondazione Pro Musica e Arte Sacra. E’ stato affidato a una ditta di Messina chiamata OSL, che è condotta da Fabrizio Ori Saitta e Luigi Lombardo che conoscono molto bene l’evoluzione degli strumenti della famiglia Tamburini. In questo restauro hanno voluto armonizzare gli interventi successivi alla costruzione originale e hanno aggiunto anche una trasmissione elettronica che dà un controllo più facile alla registrazione e dà la possibilità di infinita varietà.

 
D. - Quali sono le caratteristiche di questo strumento?

 
R. - Questo strumento è degli anni ’30 dell’ultimo secolo, un periodo che si chiama “sinfonico” e gli organi cosiddetti “sinfonici” si ispiravano spesso a quelli sorti in altri Paesi, come per esempio in Inghilterra e negli Stati Uniti. L’organo della basilica di Sant’Ignazio ha circa quattromila canne, tre tastiere e pedali ed ha 47 registri. Lì si possono ricordare i concerti di tutti i grandi maestri del periodo degli anni ’30, ’40, ’50, ’60 fino ai nostri tempi. I concerti soprattutto dei grandi maestri come Fernando Germani, che su quell’organo ha eseguito molte volte durante la sua carriera tutta l’opera integrale di Johann Sebastian Bach.

 
D. - Lei tra l’altro è stato allievo di Fernando Germani, quindi è una particolare emozione suonare sul suo stesso organo, e con quale repertorio poi...

 
R. - Questo si può ben dire. Io ho avuto la grande fortuna di conoscere Fernando Germani negli Stati Uniti nel 1961, mi ha invitato a venire anche in Italia a continuare i miei studi con lui e poi, devo dire, non avrei mai immaginato di essere poi un giorno tra i suoi successori nella Basilica di San Pietro. Io, comunque, ho scelto composizioni César Franck perché l’organo è uno strumento sinfonico dell’inizio dell’ultimo secolo ed è stato ispirato alla musica che allora era in voga e fra tutti i compositori il principale compositore del romanticismo era considerato César Franck, quindi ho portato composizioni di Franck che sono state eseguite nella loro interezza dal mio maestro sia alla radio che in chiesa.

 
D. - Oggi purtroppo, nonostante molte chiese siano dotate di splendidi organi, spesso la musica sacra classica viene sostituita da chitarre o altri strumenti popolari…

 
R. - Io penso che malgrado la musica del popolo sia entrata a far parte della liturgia, la musica grande dei secoli e della storia continuerà sempre a svolgere il suo ruolo. Il Santo Padre ha auspicato che nelle chiese importanti sia continuato l’uso della lingua antica e ancora ufficiale della liturgia - il latino - accompagnato dalle grandi musiche che hanno fatto parte della storia della liturgia. In questo senso, è importante conoscere il repertorio per l’organo. I concerti in chiesa non sono in realtà altro che la riproduzione di musica che è nata per la liturgia e per la chiesa ed è molto importante che i fedeli conoscano questa musica.

 
Questa sera alle 21, sempre nella Basilica di Sant'Ignazio, concluderà la prima parte del Festival Internazionale di Musica e Arte Sacra il concerto con gli ensemble vocale e di strumenti a fiato della Palatia Classic diretti da Leo Krämer, solista Ingrid Paul al flauto dolce e l’eccezionale trombettista Laura Vukobratovic, in musiche di Gabrieli, Purcell, Mendelssohn e Richard Strauss.







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