A Nazareth, migliaia di fedeli alla Beatificazione di Suor Marie-Alphonsine Ghattas.
Il Papa all'Angelus: un segno di fiducia per la Terra Santa
Come ricordato da Benedetto XVI all'Angelus, oggi la città di Nazareth ha vissuto
una giornata di festa con la Beatificazione di Suor Marie-Alphonsine Ghattas. Migliaia
di fedeli hanno partecipato al rito, affollando la Basilica dell'Annunciazione. La
cronaca, da Nazareth, di Sara Fornari:
Al canto
dell’Alleluia, alle 11 di questa mattina, ora locale, nel tripudio festoso dei fedeli
che hanno gremito la Basilica dell’Annunciazione superiore e inferiore, è stata scoperta
l’immagine della nuova e seconda Beata araba di Terra Santa, suor Marie-Alphonsine
Ghattas, umile figlia di Gerusalemme. La solenne Messa, con rito di Beatificazione,
è stata presieduta dal patriarca di Gerusalemme dei latini, mons. Fouad Twal, e concelebrata
da diversi vescovi cattolici delle Chiese orientali di Terra Santa. Era inoltre presente
il prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi, l’arcivescovo Angelo Amato,
che ha letto la lettera apostolica di Beatificazione in latino. Dopo la sua lettura
- e quella in arabo del vicario generale del patriarcato latino mons. Giacinto-Boulos
Marcuzzo - un caloroso applauso, durato alcuni minuti, ha risuonato nella Basilica
mariana per eccellenza, a Nazareth, in onore della “confidente della Vergine Maria
e amica del Cielo”, com’è stata appellata la Beata dal patriarca latino. Madre Maria
Alfonsina è la prima ad essere beatificata in questa terra, come ha ricordato mons.
Twal. Alla solenne celebrazione eucaristica anche hanno partecipato circa 150 suore
della Congregazione del Rosario, le figlie spirituali di Maria Alfonsina, ma molte
di esse non hanno ottenuto il permesso di venire dai Paesi in cui svolgono il loro
apostolato.
Nella sua omelia, il patriarca latino
ha definito il Decreto di beatificazione “un Vangelo, una buona novella per tutti
noi”, e nel ringraziare mons. Angelo Amato, delegato del Pontefice, ha espresso gratitudine
verso il Santo Padre stesso, che con la Beatificazione di Madre Maria Alfonsina “rinnova
la nostra Chiesa invitandoci alla gioiosa speranza che noi tutti possiamo diventare
santi come lei”. “Caratteristica fondamentale della Congregazione del Rosario fu e
sarà sempre”, ha detto mons. Twal, “quella di essere il braccio destro del Patriarcato
latino nelle scuole, parrocchie e istituzioni della diocesi e negli altri Paesi arabi”.
Presente alla celebrazione eucaristica con la sua famiglia anche Natalie, la ragazza
di Gerusalemme che nel maggio del 2003 ricevette il miracolo di scampato pericolo
di morte per intercessione della beata. La giovane, dopo molti minuti di apnea, fu
tratta fuori per ultima da un pozzo nero, una cloaca apertasi in giardino, sotto il
tavolo intorno al quale festeggiava un compleanno insieme a dieci amiche musulmane.
Madre
Maria Alfonsina è stata fondatrice della prima Congregazione religiosa femminile della
Terra Santa, quella delle Suore del Rosario. Nata a Gerusalemme nel 1843, decise di
consacrarsi a Dio a soli 14 anni. Si dedicò all’educazione di bambine e giovani e
portò avanti la sua missione in diverse città della Galilea, dove fondò anche nuove
case per religiose e scuole. Ma che cosa emerge dalla biografia di Maria Alfonsina?
Tiziana Campisi lo ha chiesto a padre Vito Tomás Gómez, domenicano,
postulatore della Causa di beatificazione:
R. - Mandata
a Betlemme, ebbe una parte importante nel progresso spirituale dei suoi abitanti.
A 30 anni, la Vergine Maria le chiese di fondare la Congregazione del Rosario con
giovani arabe. Questa richiesta fu per lei causa di grande sgomento, perché era consapevole
della sua inadeguatezza a compiere un’opera così grande, perciò preferì attendere
ed esitò molto prima di muovere i primi passi.
D.
- Quali tratti colpiscono della personalità di Maria Alfonsina?
R.
- Maria Alfonsina si distingueva per una profonda pietà e per la sua salda adesione
alla fede cattolica. Fondò associazioni come quella delle Madri Cristiane. In ogni
luogo dovette affrontare grandi difficoltà, ma il suo cuore era sempre traboccante
di pace e di gioia. Era una donna saggia, modesta, fedele in ogni circostanza, tanto
che nessuno si rese conto del ruolo che aveva avuto perfino nella fondazione della
Congregazione. Volle sempre essere una semplice suora. Possiamo dire che dalla meditazione
dei misteri attingeva nutrimento e luce per la sua venerazione a Maria e per la sua
ricerca di conformità al Cristo. Aveva una fiducia illimitata nella Provvidenza divina.
Spesso si rifugiava nella Vergine Maria e otteneva per sua intercessione grazie straordinarie
che indirizzavano le anime verso Dio. Visse da santa e, possiamo anche dire, santamente
morì, mentre recitava il Rosario con alcune compagne.
D.
- A Maria Alfonsina si deve la fondazione della prima Congregazione di religiose autoctona
della Terra Santa. In che modo, oggi, questa Congregazione prosegue l’opera iniziata
da Maria Alfonsina?
R. - La Congregazione del Santo
Rosario lavora nelle scuole - scuole non soltanto per ragazze cristiane, ma anche
per ragazze musulmane - ed è presente attualmente in quasi tutta la Palestina e anche
in altri Paesi del mondo arabo. Questa Congregazione posiede un vero zelo apostolico,
aperto a tutte le persone anche se non hanno la stessa mentalità, la stessa religione,
la stessa fede.