Una tragedia spaventosa si sta consumando nel Nord Ovest della Repubblica Democratica
del Congo, stando ad una denuncia dell'Onu di cui riferisce la Bbc. Nelle ultime due
settimane, a causa di scontri tra etnie rivali per il diritto alla pesca in alcune
aree, ci sono stati almeno un centinaio di morti, mentre una massa disperata di profughi
cerca di abbandonare le zone del conflitto. Finora, sono state contate oltre 50mila
persone, molti bimbi senza più genitori, così come le donne incinte. E l'esodo continua
senza sosta. L'Onu ha inviato sul posto un gruppo di caschi blu, ma si tratta di un
numero esiguo, perché la stragrande maggioranza delle forze Onu in Congo è impegnata
nel Nord Est, area ricchissima di materie prime, sconvolta da violenze etnico-politiche
da molti anni. La situazione è degenerata quando le etnie Lobala e Boba, che popolano
quella regione, hanno rotto un patto sulla suddivisione delle rispettive aree di pesca,
che reggeva da decenni. Da allora, una deriva di violenze spietate che, stando agli
osservatori, non accennano a diminuire. Sarebbero, peraltro, i Lobala ad avere la
meglio: mentre i villaggi bruciano, la gente viene trucidata, e chi può fugge. Senza
più nulla, senza sapere dove.