Mons. Crociata: inadeguato il modello di sviluppo basato sulla crescita illimitata
In un mondo in cui appare sempre più chiara “l’inadeguatezza” di una crescita “illimitata”,
occorre promuovere un nuovo modello di sviluppo capace di fondarsi sul “senso del
limite”. Parla di responsabilità etiche verso la società e di senso dell’appartenenza
comunitario mons. Mariano Crociata, segretario generale della Conferenza episcopale
italiana, intervenendo a Brescia all’incontro organizzato dall’Università Cattolica
del Sacro Cuore sul tema dello “Sviluppo umano integrale per la salvaguardia del creato”.
“Il potere di devastazione – ha detto mons. Crociata ripreso dal Sir - ha la sua radice
sempre nell’illusione tragica dell’essere umano di non avere nessuno prima di sé e
nemmeno dopo di sé, di non dover rispondere a nessuno, di non dovere a nessuno ciò
che è e ciò che ha”. Per questo il rapporto dell’uomo con l’ambiente “si decide in
quel primo barlume di coscienza che fa riconoscere di essere figlio e fratello e padre,
di non essere padrone assoluto di alcunché”. Ma c’è di più. “Ormai appare chiara –
argomenta il segretario generale - l’inadeguatezza di una concezione economicistica
dello sviluppo basata sul presupposto di una crescita illimitata che ignora il carattere
finito del mondo e confonde crescita economica e benessere, che ne è invece il fine”.
“Sul lungo periodo infatti – fa notare mons. Crociata - diventa inevitabile la ricaduta
negativa delle povertà e delle malattie dei paesi poveri sui paesi ricchi, che peraltro
conoscono le nuove povertà dell’opulenza e sperimentano che il contrasto tra nord
e sud del mondo si è ormai trasferito all’interno degli stessi Paesi del benessere
economico”. “Diviene quindi indispensabile – sottolinea il presule - prendere coscienza
dei limiti ecologici e di quelli sociali. Nel primo caso ciò che deve prevalere è
la coscienza di responsabilità. Per quanto riguarda il limite sociale è invece la
coscienza di solidarietà a doversi imporre; ciò che si richiede è lo sviluppo della
coscienza”. “Questa responsabilità – prosegue il segretario generale - appare ancora
più necessaria laddove entrano in gioco i cosiddetti diritti di terza generazione,
ovvero alla pace, allo sviluppo e all’ambiente”. “In tutto ciò – conclude mons. Crociata
- la Chiesa è ben consapevole della propria missione e del contributo che essa fornisce
allo sviluppo dell’uomo e alla salvaguardia del creato”. Mons. Corciata cita infine
l’enciclica di Benedetto XVI, Caritas in Veritate, per esortare un’azione sociale
e politica indirizzata ad uno sviluppo “autenticamente umano”. (M.G.)