2009-11-21 15:53:33

L’impegno dei gesuiti per i malati di Aids in Africa


In vista della Giornata Mondiale per la Lotta all'Aids, che si celebrerà il primo dicembre prossimo, l'African Jesuit AIDS Network (AJAN) ha esortato le popolazioni africane ad "Imparare ad affrontare l'Aids come famiglia". Il flagello di questa malattia ha infatti comportato fra l’altro l’isolamento di molte persone sieropositive, che negli anni scorsi sono state letteralmente cacciate dalle proprie comunità. Per questo motivo padre Masawe, moderatore dei Gesuiti dell'Africa e del Madagascar, ha inviato un messaggio a tutti i religiosi impegnati nel continente, di cui riferisce Zenit, in cui si ricorda che questa malattia, non deve essere affrontata semplicemente come un problema medico-farmaceutico perché è "una questione di sviluppo e giustizia integrali, che richiede un approccio e una risposta olistici da parte della Chiesa". Risulta dunque cruciale l’educazione alla sessualità: "La sessualità in Africa è stata sempre vista come moralmente neutrale, né buona né cattiva, parte di ciò che significa essere umani". A questo proposito il religioso ha presentato un paragone efficace: "il fuoco, se controllato e domato, è utile a preparare un pasto; fuori controllo, può bruciare il tetto e consumare l'intera casa. Allo stesso modo, la sessualità deve essere incanalata e disciplinata perché il suo potenziale di donare la vita sia realizzato e la sua distruttività venga limitata". "L'astinenza e la fedeltà – ha proseguito il sacerdote - sono non solo i modi migliori per evitare l'Hiv e affrontare l'Aids, ma anche la via per un'autentica realizzazione personale". In questo campo, ha segnalato, è necessario che la Chiesa dia una formazione personale e sostenga pubblicamente chi vuole promuovere e seguire questi valori. Oltre a un uso sbagliato della sessualità, altri fattori favoriscono la diffusione del virus, ha ricordato il religioso gesuita, riferendosi a "povertà, fame, guerra e sfollamento forzato, violenza domestica e commercio sessuale". "Chiunque voglia comprendere l'impatto dell'Hiv/Aids sulla vita umana deve considerare l'economia, la politica, la società e la cultura, così come le questioni personali e familiari più immediate", ha dichiarato. In questo contesto, molti programmi della Chiesa si impegnano a garantire assistenza, cibo e sostegno. "L'obiettivo è vivere come una famiglia: rispettare la dignità e la vita di ciascuno, mostrare solidarietà con chiunque sia nel bisogno". Padre Wasabe invita infine a non scoraggiarsi davanti “all'enormità dei problemi del continente, tra i quali figurano l'Hiv e l'Aids". "E’ parte della vita - ha detto - e lo sarà ancora per molto tempo. Come una grande famiglia, affrontiamo la sfida con fiducia. Imploriamo il sostegno per far fronte alle necessità di assistenza di molti. Sappiamo che nostro Padre è al nostro fianco". (M.G.)







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