Il commento degli artisti all'incontro con il Papa
Sull’incontro con il Papa ascoltiamo alcuni rappresentanti del mondo dell’arte: la
scrittrice Susanna Tamaro, il regista Pupi Avati e l’attrice Pamela
Villoresi. Le interviste sono di Fabio Colagrande:
(Susanna
Tamaro) R. – E’ stato un incontro molto bello e secondo me caratterizzato
dalla semplicità e dalla profondità. Ci siamo detti poche cose ma fondamentali, e
spero che per molti artisti siano punti dai quali cominciare una nuova ricerca.
D.
– Il Papa vi ha invitato ad essere testimoni di speranza. Può la scrittura, un’arte
che a volte affronta anche temi scomodi, drammatici, essere uno strumento di speranza?
R.
– Sicuramente deve. Ma certo per chi non ha la fede è abbastanza difficile parlare
di speranza in questi tempi.
(Pupi Avati) R.
– Mi sembra che questo incontro abbia dato un risultato assolutamente clamoroso. Lo
dice uno che, come me, si aspettava di vedere una serie di colleghi riconducibili
a vari ambiti dell’espressione artistica, ma insomma tutti più o meno legati ad una
stessa idea, immagine confessionale, di pratica o meno religiosa. Al contrario – e
questo è veramente miracoloso e bellissimo – abbiamo trovato colleghi provenienti
proprio da ambiti i più distanti possibili. Quindi, hanno accolto questo invito, questo
tipo di proposta o di provocazione, comunque di incoraggiamento, ad aprire una sorta,
non voglio dire di collaborazione, perché è una parola eccessiva, ma di dialogo. Ci
sembra che l’idea sia stata un’idea straordinaria e che ha ottenuto un consenso, ripeto,
che va molto al di là delle mie previsioni.
(Pamela
Villoresi) R. – Trovo straordinario che questo Stato, che è più piccolo
di un km quadrato, abbia il più grande patrimonio artistico del mondo. C’è sempre
stato un connubio molto prolifico e positivo tra l’arte e la spiritualità. Che questo
evento sia un passo per ricucire questo rapporto tra arte e la nostra Chiesa. Io credo
che sia stato un momento importante, un momento storico. Io l’ho vissuto così e quindi
con la felicità di esserci stata, di essere presente.
Ha
partecipato all’incontro anche mons. Marco Frisina, Maestro direttore della
Pontificia Cappella Musicale Lateranense. Ascoltiamo un suo commento al microfono
di Fabio Colagrande:
R. – E’ stata
una grande emozione sentire il Papa, anche vibrante, su quest’argomento della bellezza,
della bellezza di cui il mondo ha bisogno, e in questo incarico che ha dato agli artisti
di portare la bellezza e lo splendore della verità nella bellezza al mondo, per dare
speranza agli uomini. Vedere tutti gli artisti insieme, di diverse discipline, sentire
questo discorso tutti insieme, credo sia stata una cosa molto importante.
D.
- Mons. Frisina, davvero l’arte - anche la musica leggera o il cinema - può portare
messaggi di positività? Può riaccendere anche l’interesse per la cultura nelle giovani
generazioni?
R. – Oggi ci sono forse più discipline
artistiche di una volta, però tutte le arti hanno bisogno di Dio, perché quello che
esprimono è sempre l’Assoluto, la grandezza dell’uomo: le cose grandi, mai le cose
piccole. Quindi, anche la musica leggera, perché no, lo spettacolo e il cinema ecc.
hanno il dovere di aumentare la loro qualità artistica, e credo, cogliendo anche l’invito
del Santo Padre, di guardare alla profondità del proprio lavoro per riscoprire tutto
il valore trascendente anche dell’artista. “L’artista è quasi un sacerdote” diceva
il Papa ... ed è un’espressione molto forte, ma bellissima.