L'appello di Benedetto XVI in favore dei non udenti: la società non li discrimini,
ma li aiuti a integrarsi difendendone i diritti
La comunità internazionale faccia tutto il necessario perché le persone affette da
sordità - specie nelle nazioni povere - non patiscano discriminazioni ma siano pienamente
integrate nelle società in cui vivono. E’ l’appello col quale Benedetto XVI ha concluso
il suo discorso ai partecipanti alla Conferenza internazionale organizzata in Vaticano
dal Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari, sul tema “Effatà! La persona
sorda nella vita della Chiesa”, in programma fino a domani. Il Papa ha difeso il lavoro
delle associazioni impegnate nel settore, spesso vittime di pregiudizi, ed ha invitato
a promuovere iniziative di solidarietà verso i non udenti. Il servizio di Alessandro
De Carolis:
La
scena è commovente come tutte quelle in cui gli occhi di Gesù incrociano quelli di
un malato. Un uomo sordo e muto, preso in disparte dalla folla della quale fa parte
ma dalla quale è anche escluso, e poi quei gesti concreti, diretti - le dita negli
orecchi, la saliva che tocca la lingua - e il sospiro che è, insieme, preghiera e
prodigio: “Effatà! Apriti!”. Di fronte alle circa 400 persone riunite nella Sala Clementina,
Benedetto XVI rievoca l’episodio del Vangelo sottolineando l’atteggiamento di Gesù,
fatto di “vicinanza e comprensione” verso il sordomuto, di “interessamento concreto”
e, soprattutto, di “profonda compassione”. La stessa - sostiene il Papa - che chiunque
deve mostrare verso chi è affetto dalla menomazione della sordità, che riveste aspetti
medici e psicologici, ma anche etici oltre che pastorali, ancor più evidenti nei Paesi
in via di sviluppo, dove la “grave situazione”, rimarca il Pontefice, è indotta dalla
carenza di ’“accesso alle cure sanitarie”: “Faccio appello,
quindi, alle autorità politiche e civili, nonché agli organismi internazionali, affinché
offrano il necessario sostegno per promuovere, anche in quei Paesi, il dovuto rispetto
della dignità e dei diritti delle persone non udenti, favorendo, con aiuti adeguati,
la loro piena integrazione sociale”. L’appello di Benedetto XVI è
la punta di un discorso chiaro verso chi ricopre delle responsabilità e delicato nei
riguardi dei non udenti. Nel primo caso, nota il Pontefice: “L’esperienza
non sempre attesta gesti di solerte accoglienza, di convinta solidarietà e di calorosa
comunione verso le persone non udenti. Le numerose associazioni, nate per tutelare
e promuovere i loro diritti, evidenziano l’esistenza di una mai sopita cultura segnata
da pregiudizi e discriminazioni. Sono atteggiamenti deplorevoli e ingiustificabili,
perché contrari al rispetto per la dignità della persona non udente e alla sua piena
integrazione sociale”. Questo accade perché, osserva, l’umanità
è spesso affetta da “un’altra forma di sordità”, da cui “deve essere salvata” e che
Cristo è venuto a sanare: “E’ la sordità dello spirito, che alza barriere
sempre più alte alla voce di Dio e del prossimo, specialmente al grido di aiuto degli
ultimi e dei sofferenti, e rinchiude l’uomo in un profondo e rovinoso egoismo”. Sull’esempio
di Cristo invece, prosegue Benedetto XVI, la Chiesa è protagonista, “con amore e solidarietà”,
di numerose “iniziative pastorali e sociali” verso le persone sorde. Un segno, ribadisce,
di quel desiderio di Cristo “di vincere nell'uomo la solitudine e l'incomunicabilità
create dall'egoismo, per dare volto ad una ‘nuova umanità’, l'umanità dell'ascolto
e della parola, del dialogo, della comunicazione, della comunione con Dio: “Cari
fratelli e sorelle non udenti, voi non siete solo destinatari dell'annunzio del messaggio
evangelico, ma ne siete, a pieno titolo, anche annunciatori, in forza del vostro Battesimo.
Vivete quindi ogni giorno da testimoni del Signore negli ambienti della vostra esistenza,
facendo conoscere Cristo e il suo Vangelo (…) Cari amici, vi ringrazio per questo
incontro e affido tutti voi qui presenti alla materna protezione di Maria Madre dell'amore,
Stella della speranza, Madonna del Silenzio”.