2009-11-20 15:11:42

Il cardinale Bagnasco: l'insegnamento della religione a scuola non è un'ora di catechismo


L'insegnamento della religione cattolica nella scuola pubblica “non è un privilegio dell'Italia verso la Chiesa cattolica” perché “non è un'ora di catechismo”: è quanto ha affermato ieri l’arcivescovo di Genova e presidente della Conferenza episcopale italiana, cardinale Angelo Bagnasco, intervenendo al convegno incentrato sul tema: “La pastorale scolastica nell’ambito di un progetto di una pastorale integrata”. Durante l’incontro, organizzato dall'ufficio scolastico diocesano in collaborazione con l'Unione cattolica italiana insegnanti medi, il porporato ha poi respinto l'idea di un cristianesimo che si configuri come “religione civile”. “Il cristianesimo – ha affermato - rifiuta e rifiuterà sempre di essere ridotto a religione civile a servizio di qualche trono qualunque esso sia”. “Il cristianesimo – ha aggiunto il cardinale Angelo Bagnasco - è un fatto religioso”: lega l'uomo a Dio, la terra al cielo, e questa è “la dimensione di qualunque vera religione”. E’ però innegabile – ha affermato il presidente della Conferenza episcopale italiana - che la fede abbia “una ricaduta storico culturale e civile e sociale”: non si può lecitamente separare la visione privata della fede da quella pubblica. “Non ci può essere una dicotomia tra il privato della fede ed il pubblico della fede. “L'uomo - ha osservato il porporato le cui parole sono state riprese dal Sir – è una sintesi di pubblico e privato”. Parlando di pastorale scolastica, il cardinale Angelo Bagnasco ha poi affermato che con tale termine non si intende “un'invasione di campo” ma semplicemente la missione della Chiesa nel campo dell'educazione. Il porporato ha infine chiesto ai docenti di “creare relazioni e spazi di approfondimento” per far capire agli studenti che “l'utile non può prescindere dalla verità”: “un utile che prescinde dalla verità va contro l'uomo”. “Non è detto che quello che consideriamo utile nell'immediato sia il nostro vero bene”. “Agli studenti – ha concluso – chiedo prima di tutto la serietà nello studio”: “non basta essere scout o partecipare all'azione cattolica senza impegnarsi a scuola”. (A.L.)







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