2009-11-20 15:27:07

Ennesimo attentato in Afghanistan mentre si fa sempre più difficile la riconciliazione nazionale


Ad un giorno dalla cerimonia di insediamento del presidente afghano, Hamid Karzai, un kamikaze si è fatto esplodere a bordo di una motocicletta uccidendo almeno 15 persone a Farah, nel sudovest dell'Afghanistan. L’esplosione è avvenuta nei pressi dell'abitazione di un governatore provinciale, danneggiando gli edifici della zona. Sul versante politico, Abdullah Abdullah, l'ex sfidante di Hamid Karzai, ha rigettato l'apertura del presidente, che ieri ha auspicato la riconciliazione nazionale: secondo l'ex ministro degli Esteri, la proclamazione della vittoria da parte della Commissione elettorale è illegittima. Sembra dunque ancora lontana quella riconciliazione nazionale auspicata dal neo riconfermato presidente Karzai, anche in relazione alle tensioni nel vicino Pakistan. Ce ne parla Margherita Paolini, coordinatrice scientifica della rivista di geopolitica Limes, intervistata da Giada Aquilino:RealAudioMP3

R. - Questo della riconciliazione è uno dei punti fondamentali. È un po' paradossale che dopo nove anni si ritorni all’idea di fare una Conferenza nazionale di tipo tradizionale, la nota "Loya Jirga". Vuol dire che siamo veramente ritornati a zero, non perché questa struttura non sia importante, ma perché vuol dire che tutto quello che è stato messo in campo ha valore zero. La riconciliazione nazionale poteva essere anche il tentativo di fare un governo di coalizione nazionale, ma si è visto che Abdullah, che era poi il candidato avversario, ha rifiutato perché probabilmente pensa che questo governo abbia una vita breve. E questo è un altro punto. Il punto importante è, secondo me, quello della sicurezza. Ma la sicurezza è legata ad una possibilità di organizzare una vera forza nazionale, che entro cinque anni riporti la pace: ovvero, ciò che volevano sentirsi dire gli alleati occidentali per poter delineare una strategia di uscita. Ma questo diventa molto complicato da realizzare, perché servirebbe molto di più una forza di polizia che desse alla gente il senso di essere protetta.

 
D. - Karzai ha detto che intende mettere in condizione entro cinque anni le forze afghane di assicurare la sicurezza del Paese. I talebani in questo quadro che ruolo hanno?

 
R. - Quando lui parla di convocare la Conferenza nazionale, pensa ad un invito a tornare a casa per quelli che non fanno parte del terrorismo internazionale, ma mostra anche l’impossibilità di essere in grado di svolgere questo compito: lui è un pashtun, ma non rappresenta affatto i pashtun, rappresenta una tribù limitata. Ciò significa non poter avere una presenza capillare sul terreno, che permetta di venire incontro ai bisogni della gente, senza esercitare tutte le forme possibili di corruzione a tutti i livelli.

 
Pakistan
Dopo il duplice attentato di ieri con 20 morti, anche nella notte è stata colpita da un attentato la città pakistana di Peshawar: tre poliziotti sono rimasti uccisi e altri sei feriti dall'esplosione di una bomba, collocata sul ciglio di una strada, che ha fatto saltare il veicolo sul quale viaggiavano. Intanto, nel nordovest del Pakistan un drone americano ha lanciato due missili contro postazioni di talebani facendo almeno otto vittime.

La stampa palestinese ipotizza una nuova Intifada popolare senza armi
Ormai deluso per l'assenza di un vero processo di pace, al Fatah sta progettando una nuova Intifada (insurrezione popolare) in Cisgiordania: lo hanno detto fonti di Movimento al giornale arabo-israeliano Hadith Anas, citato da Haaretz. Secondo tali fonti, la nuova Intifada avrebbe un carattere popolare e non farebbe ricorso ad armi o a kamikaze. Il progetto, hanno spiegato, prevede la mobilitazione continua e sistematica di masse di dimostranti palestinesi attorno alle colonie ebraiche e lungo la Barriera di separazione in Cisgiordania. Ieri, in una intervista rilasciata dal carcere israeliano dove sconta l'ergastolo, il dirigente di al-Fatah, Marwan Barghuti, ha affermato: “Scommettere solo sui negoziati non è mai stata la nostra scelta. Io ho sempre suggerito un insieme costruttivo di negoziati, resistenza e di attività politica, diplomatica e popolare”. Barghuti ha anche suggerito una “campagna popolare” contro gli insediamenti, contro la “ebraicizzazione” di Gerusalemme est e contro “il Muro di separazione”. Secondo Haaretz, esiste il rischio che se Abu Mazen rassegnasse le dimissioni dall’attuale carica di presidente dell'Anp - alla quale comunque non intende ricandidarsi - si creerebbe un vuoto politico dal quale potrebbe prendere le mosse la nuova Intifada palestinese.

El Baradei spera in un accordo sul nucleare iraniano entro l’anno
“Spero che riusciremo a raggiungere un accordo prima della fine dell'anno”: lo ha detto il direttore generale dell'Aiea, Mohamed El Baradei, riferendosi alla questione del nucleare iraniano. El Baradei ha spiegato che le sanzioni sono studiate per Paesi democratici, dove “il popolo può cambiare il governo, non in un sistema totalitario, dove la gente non può cambiare niente”. E ha poi aggiunto che “le sanzioni (contro l'Iran) peggiorerebbero notevolmente la situazione”. El Baradei ha anche tracciato, parlando a Berlino, un bilancio dei suoi 12 anni a capo dell'agenzia dell'Onu per l'energia nucleare. Intanto, oggi a Bruxelles si tiene la riunione del gruppo dei negoziatori per il nucleare iraniano (il cosiddetto 5+1 formato da Usa, Cina, Russia, Gran Bretagna più la Germania). Si tratta di un incontro a livello di alti funzionari.

Cairo: scontri tra tifosi e forze dell’ordine
Il bilancio dei feriti è di undici agenti di polizia e 24 civili dopo gli scontri avvenuti la notte scorsa al Cairo, tra tifosi egiziani e la polizia locale, nei pressi dell'ambasciata algerina, a Zamalek. Migliaia di manifestanti sono scesi in strada a protestare contro l'attacco a un pullman egiziano di tifosi, rimasti feriti durante gli scontri con i supporter algerini. Proprio ieri, dopo oltre una settimana di tensioni anche diplomatiche tra Egitto e Algeria, il governo egiziano ha deciso di ritirare il proprio ambasciatore ad Algeri. Sul giornale filo-governativo Al Messa, il ministro egiziano per gli Affari giuridici, Mufid Shebab, ha dichiarato che se l'Algeria continuerà in questa escalation di violenze, la reazione dell'Egitto sarà molto violenta.

Tpi, designato l’avvocato difensore per Karadzic
Il Tribunale penale internazionale dell'Aja (Tpi) ha designato un avvocato difensore per Radovan Karadzic, l'ex leader serbo bosniaco imputato di crimini di guerra e contro l'umanità per la guerra di Bosnia: è il legale inglese, Richard Harvey. La nomina segue una decisione assunta dalla Camera di consiglio del Tpi, il 5 novembre scorso, per fermare il boicottaggio di Karadzic nei riguardi dello svolgimento del processo che lo vede imputato.

Kosovo: vari disordini agitano Gjakova
Il Partito democratica del Kosovo (Pdk), il principale partito del governo kosovaro, ha deciso di mettere fine alla coalizione con l’alleata Lega democratica del Kosovo (Ldk). Lo ha annunciato oggi il vice primo ministro, Rame Manaj. La tensione rimane molto alta a Gjakova, nel Kosovo occidentale, a seguito delle proteste da parte degli elettori che contestano le elezioni amministrative, svoltesi la scorsa settimana. La stessa città di Gjakova è stata sconvolta anche dall’esplosione di un ordigno, che ha causato il ferimento di tre persone. Lo rende noto la polizia locale, precisando di aver arrestato l'attentatore di etnia albanese, che sarebbe affetto da problemi mentali.

Regno Unito: forti piogge sconvolgono il nord-ovest dell’Inghilterra
Circa 200 persone sono state tratte in salvo durante le operazioni di soccorso nella contea del Cumbria, nel nordovest dell'Inghilterra, colpita da forti piogge torrenziali. Un poliziotto risulta ancora disperso dopo il crollo di un ponte. Diversi elicotteri della Raf, l'aeronautica militare britannica, sono stati impiegati per affrontare la situazione descritta come “molto grave”, mentre si calcola che il livello dell'acqua abbia raggiunto i due metri e mezzo in alcuni punti. Altre inondazioni si sono verificate anche in Scozia e Galles, dove numerose strade sono rimaste interrotte e le linee ferroviarie hanno subito forti ritardi.

Gas: Putin annuncia compromesso con l'Ucraina
Trovato accordo tra Russia e Ucraina sul fronte del gas, al termine di un lungo vertice che si è chiuso nella tarda serata di ieri a Yalta. Il premier russo, Vladimir Putin, in una conferenza stampa con il primo ministro dell'Ucraina, Yulia Tymoshenko, ha annunciato: “Gazprom e Naftogaz hanno raggiunto un accordo su nuovi quantitativi. Abbiamo ritenuto possibile venire incontro all'Ucraina a metà strada e modificare alcuni dei nostri precedenti accordi”. La Russia si è impegnata in particolare a ridurre i volumi di gas che devono essere acquistati da Kiev, senza imporre sanzioni, e ad aumentare del 60% nel 2010 la tariffa per il transito del gas russo verso l'Europa attraverso l'Ucraina, in linea con gli accordi precedenti.

Honduras
Il leader de facto dell'Honduras, Roberto Micheletti, salito al potere grazie ad un golpe, ha annunciato che si asterrà dall'esercitare le sue prerogative presidenziali per una settimana, al fine di consentire al Paese di concentrarsi sulle elezioni del prossimo 29 novembre e non sulla crisi politica che attanaglia da oltre quattro mesi lo Stato centroamericano. “Intendo astenermi dai miei obblighi pubblici per un periodo che potrebbe iniziare il 25 novembre e terminare il 2 dicembre”', ha detto Micheletti in un messaggio televisivo. Manuel Zelaya, il presidente honduregno estromesso in giugno, ha invece chiesto il rinvio delle elezioni presidenziali affinchè possano essere “legittimate” anche all'estero.

In Giappone richiesta di moratoria della pena di morte
I parlamentari giapponesi che fanno parte del Gruppo per l'abolizione della pena di morte hanno avuto un incontro oggi con il ministro della Giustizia, Keiko Chiba, nel quale hanno sollecitato una moratoria della pena capitale, seguendo l'esempio da ultimo della Russia. “Crediamo si debba affrontare l'argomento con decisione, avviando una discussione diffusa tra la popolazione perchè è giusto che se ne parli in modo franco, senza confondere la democrazia con la demagogia”, ha spiegato all'Ansa, Hirotami Murakoshi, segretario del Gruppo del quale la stessa Chiba era parte prima di diventare Guardasigilli nel governo di Yukio Hatoyama. Murakoshi, esponente del Partito democratico (DpJ) come il ministro della Giustizia, ha consegnato una lettera alla Chiba con la richiesta di moratoria delle esecuzioni nel suo mandato, facendosi portatore delle opinioni dei 70 parlamentari (“il numero è in aumento e già il prossimo mese saremo 6-7 in più”) di tutti gli schieramenti che hanno aderito al Gruppo contro la pena di morte.

Seul: sparatoria sull’isola di Saipan
Almeno quattro persone sono morte, tra cui due bambini sotto i dieci anni, e sei turisti sudcoreani sono rimasti feriti durante la sparatoria avvenuta sull'isola di Saipan, territorio statunitense nel Pacifico. L'autore del massacro, che sarebbe un impiegato del locale poligono di tiro, ha inizialmente aperto il fuoco contro la folla, poi si è recato sulla scogliera di Banzai e si è tolto la vita con un colpo d'arma da fuoco. Secondo le autorità locali nessun ferito è in pericolo di vita. (Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza e Chiara Pileri)

 
Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIII no. 324

 
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