Ennesimo attentato in Afghanistan mentre si fa sempre più difficile la riconciliazione
nazionale
Ad un giorno dalla cerimonia di insediamento del presidente afghano, Hamid Karzai,
un kamikaze si è fatto esplodere a bordo di una motocicletta uccidendo almeno 15 persone
a Farah, nel sudovest dell'Afghanistan. L’esplosione è avvenuta nei pressi dell'abitazione
di un governatore provinciale, danneggiando gli edifici della zona. Sul versante politico,
Abdullah Abdullah, l'ex sfidante di Hamid Karzai, ha rigettato l'apertura del presidente,
che ieri ha auspicato la riconciliazione nazionale: secondo l'ex ministro degli Esteri,
la proclamazione della vittoria da parte della Commissione elettorale è illegittima.
Sembra dunque ancora lontana quella riconciliazione nazionale auspicata dal neo riconfermato
presidente Karzai, anche in relazione alle tensioni nel vicino Pakistan. Ce ne parla
Margherita Paolini, coordinatrice scientifica della rivista di geopolitica
Limes, intervistata da Giada Aquilino:
R. - Questo
della riconciliazione è uno dei punti fondamentali. È un po' paradossale che dopo
nove anni si ritorni all’idea di fare una Conferenza nazionale di tipo tradizionale,
la nota "Loya Jirga". Vuol dire che siamo veramente ritornati
a zero, non perché questa struttura non sia importante, ma perché vuol dire che tutto
quello che è stato messo in campo ha valore zero. La riconciliazione nazionale poteva
essere anche il tentativo di fare un governo di coalizione nazionale, ma si è visto
che Abdullah, che era poi il candidato avversario, ha rifiutato perché probabilmente
pensa che questo governo abbia una vita breve. E questo è un altro punto. Il punto
importante è, secondo me, quello della sicurezza. Ma la sicurezza è legata ad una
possibilità di organizzare una vera forza nazionale, che entro cinque anni riporti
la pace: ovvero, ciò che volevano sentirsi dire gli alleati occidentali per poter
delineare una strategia di uscita. Ma questo diventa molto complicato da realizzare,
perché servirebbe molto di più una forza di polizia che desse alla gente il senso
di essere protetta.
D. - Karzai ha detto che intende
mettere in condizione entro cinque anni le forze afghane di assicurare la sicurezza
del Paese. I talebani in questo quadro che ruolo hanno?
R.
- Quando lui parla di convocare la Conferenza nazionale, pensa ad un invito a tornare
a casa per quelli che non fanno parte del terrorismo internazionale, ma mostra anche
l’impossibilità di essere in grado di svolgere questo compito: lui è un pashtun,
ma non rappresenta affatto i pashtun, rappresenta una tribù limitata. Ciò significa
non poter avere una presenza capillare sul terreno, che permetta di venire incontro
ai bisogni della gente, senza esercitare tutte le forme possibili di corruzione a
tutti i livelli.
Pakistan Dopo il duplice
attentato di ieri con 20 morti, anche nella notte è stata colpita da un attentato
la città pakistana di Peshawar: tre poliziotti sono rimasti uccisi e altri sei feriti
dall'esplosione di una bomba, collocata sul ciglio di una strada, che ha fatto saltare
il veicolo sul quale viaggiavano. Intanto, nel nordovest del Pakistan un drone americano
ha lanciato due missili contro postazioni di talebani facendo almeno otto vittime.
La
stampa palestinese ipotizza una nuova Intifada popolare senza armi Ormai deluso
per l'assenza di un vero processo di pace, al Fatah sta progettando una nuova Intifada
(insurrezione popolare) in Cisgiordania: lo hanno detto fonti di Movimento al giornale
arabo-israeliano Hadith Anas, citato da Haaretz. Secondo tali fonti, la nuova Intifada
avrebbe un carattere popolare e non farebbe ricorso ad armi o a kamikaze. Il progetto,
hanno spiegato, prevede la mobilitazione continua e sistematica di masse di dimostranti
palestinesi attorno alle colonie ebraiche e lungo la Barriera di separazione in Cisgiordania.
Ieri, in una intervista rilasciata dal carcere israeliano dove sconta l'ergastolo,
il dirigente di al-Fatah, Marwan Barghuti, ha affermato: “Scommettere solo sui negoziati
non è mai stata la nostra scelta. Io ho sempre suggerito un insieme costruttivo di
negoziati, resistenza e di attività politica, diplomatica e popolare”. Barghuti ha
anche suggerito una “campagna popolare” contro gli insediamenti, contro la “ebraicizzazione”
di Gerusalemme est e contro “il Muro di separazione”. Secondo Haaretz, esiste il rischio
che se Abu Mazen rassegnasse le dimissioni dall’attuale carica di presidente dell'Anp
- alla quale comunque non intende ricandidarsi - si creerebbe un vuoto politico dal
quale potrebbe prendere le mosse la nuova Intifada palestinese.
El Baradei
spera in un accordo sul nucleare iraniano entro l’anno “Spero che riusciremo
a raggiungere un accordo prima della fine dell'anno”: lo ha detto il direttore generale
dell'Aiea, Mohamed El Baradei, riferendosi alla questione del nucleare iraniano. El
Baradei ha spiegato che le sanzioni sono studiate per Paesi democratici, dove “il
popolo può cambiare il governo, non in un sistema totalitario, dove la gente non può
cambiare niente”. E ha poi aggiunto che “le sanzioni (contro l'Iran) peggiorerebbero
notevolmente la situazione”. El Baradei ha anche tracciato, parlando a Berlino, un
bilancio dei suoi 12 anni a capo dell'agenzia dell'Onu per l'energia nucleare. Intanto,
oggi a Bruxelles si tiene la riunione del gruppo dei negoziatori per il nucleare iraniano
(il cosiddetto 5+1 formato da Usa, Cina, Russia, Gran Bretagna più la Germania). Si
tratta di un incontro a livello di alti funzionari.
Cairo: scontri tra tifosi
e forze dell’ordine Il bilancio dei feriti è di undici agenti di polizia e
24 civili dopo gli scontri avvenuti la notte scorsa al Cairo, tra tifosi egiziani
e la polizia locale, nei pressi dell'ambasciata algerina, a Zamalek. Migliaia di manifestanti
sono scesi in strada a protestare contro l'attacco a un pullman egiziano di tifosi,
rimasti feriti durante gli scontri con i supporter algerini. Proprio ieri, dopo oltre
una settimana di tensioni anche diplomatiche tra Egitto e Algeria, il governo egiziano
ha deciso di ritirare il proprio ambasciatore ad Algeri. Sul giornale filo-governativo
Al Messa, il ministro egiziano per gli Affari giuridici, Mufid Shebab, ha dichiarato
che se l'Algeria continuerà in questa escalation di violenze, la reazione dell'Egitto
sarà molto violenta.
Tpi, designato l’avvocato difensore per Karadzic Il
Tribunale penale internazionale dell'Aja (Tpi) ha designato un avvocato difensore
per Radovan Karadzic, l'ex leader serbo bosniaco imputato di crimini di guerra e contro
l'umanità per la guerra di Bosnia: è il legale inglese, Richard Harvey. La nomina
segue una decisione assunta dalla Camera di consiglio del Tpi, il 5 novembre scorso,
per fermare il boicottaggio di Karadzic nei riguardi dello svolgimento del processo
che lo vede imputato.
Kosovo: vari disordini agitano Gjakova Il Partito
democratica del Kosovo (Pdk), il principale partito del governo kosovaro, ha deciso
di mettere fine alla coalizione con l’alleata Lega democratica del Kosovo (Ldk). Lo
ha annunciato oggi il vice primo ministro, Rame Manaj. La tensione rimane molto alta
a Gjakova, nel Kosovo occidentale, a seguito delle proteste da parte degli elettori
che contestano le elezioni amministrative, svoltesi la scorsa settimana. La stessa
città di Gjakova è stata sconvolta anche dall’esplosione di un ordigno, che ha causato
il ferimento di tre persone. Lo rende noto la polizia locale, precisando di aver arrestato
l'attentatore di etnia albanese, che sarebbe affetto da problemi mentali.
Regno
Unito: forti piogge sconvolgono il nord-ovest dell’Inghilterra Circa 200 persone
sono state tratte in salvo durante le operazioni di soccorso nella contea del Cumbria,
nel nordovest dell'Inghilterra, colpita da forti piogge torrenziali. Un poliziotto
risulta ancora disperso dopo il crollo di un ponte. Diversi elicotteri della Raf,
l'aeronautica militare britannica, sono stati impiegati per affrontare la situazione
descritta come “molto grave”, mentre si calcola che il livello dell'acqua abbia raggiunto
i due metri e mezzo in alcuni punti. Altre inondazioni si sono verificate anche in
Scozia e Galles, dove numerose strade sono rimaste interrotte e le linee ferroviarie
hanno subito forti ritardi.
Gas: Putin annuncia compromesso con l'Ucraina Trovato
accordo tra Russia e Ucraina sul fronte del gas, al termine di un lungo vertice che
si è chiuso nella tarda serata di ieri a Yalta. Il premier russo, Vladimir Putin,
in una conferenza stampa con il primo ministro dell'Ucraina, Yulia Tymoshenko, ha
annunciato: “Gazprom e Naftogaz hanno raggiunto un accordo su nuovi quantitativi.
Abbiamo ritenuto possibile venire incontro all'Ucraina a metà strada e modificare
alcuni dei nostri precedenti accordi”. La Russia si è impegnata in particolare a ridurre
i volumi di gas che devono essere acquistati da Kiev, senza imporre sanzioni, e ad
aumentare del 60% nel 2010 la tariffa per il transito del gas russo verso l'Europa
attraverso l'Ucraina, in linea con gli accordi precedenti.
Honduras Il
leader de facto dell'Honduras, Roberto Micheletti, salito al potere grazie
ad un golpe, ha annunciato che si asterrà dall'esercitare le sue prerogative presidenziali
per una settimana, al fine di consentire al Paese di concentrarsi sulle elezioni del
prossimo 29 novembre e non sulla crisi politica che attanaglia da oltre quattro mesi
lo Stato centroamericano. “Intendo astenermi dai miei obblighi pubblici per un periodo
che potrebbe iniziare il 25 novembre e terminare il 2 dicembre”', ha detto Micheletti
in un messaggio televisivo. Manuel Zelaya, il presidente honduregno estromesso in
giugno, ha invece chiesto il rinvio delle elezioni presidenziali affinchè possano
essere “legittimate” anche all'estero.
In Giappone richiesta di moratoria
della pena di morte I parlamentari giapponesi che fanno parte del Gruppo per
l'abolizione della pena di morte hanno avuto un incontro oggi con il ministro della
Giustizia, Keiko Chiba, nel quale hanno sollecitato una moratoria della pena capitale,
seguendo l'esempio da ultimo della Russia. “Crediamo si debba affrontare l'argomento
con decisione, avviando una discussione diffusa tra la popolazione perchè è giusto
che se ne parli in modo franco, senza confondere la democrazia con la demagogia”,
ha spiegato all'Ansa, Hirotami Murakoshi, segretario del Gruppo del quale la stessa
Chiba era parte prima di diventare Guardasigilli nel governo di Yukio Hatoyama. Murakoshi,
esponente del Partito democratico (DpJ) come il ministro della Giustizia, ha consegnato
una lettera alla Chiba con la richiesta di moratoria delle esecuzioni nel suo mandato,
facendosi portatore delle opinioni dei 70 parlamentari (“il numero è in aumento e
già il prossimo mese saremo 6-7 in più”) di tutti gli schieramenti che hanno aderito
al Gruppo contro la pena di morte.
Seul: sparatoria sull’isola di Saipan Almeno
quattro persone sono morte, tra cui due bambini sotto i dieci anni, e sei turisti
sudcoreani sono rimasti feriti durante la sparatoria avvenuta sull'isola di Saipan,
territorio statunitense nel Pacifico. L'autore del massacro, che sarebbe un impiegato
del locale poligono di tiro, ha inizialmente aperto il fuoco contro la folla, poi
si è recato sulla scogliera di Banzai e si è tolto la vita con un colpo d'arma da
fuoco. Secondo le autorità locali nessun ferito è in pericolo di vita. (Panoramica
internazionale a cura di Fausta Speranza e Chiara Pileri)
Bollettino
del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIII no. 324 E'
possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del
Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del
sito www.radiovaticana.org/italiano.