Uzbekistan: cristiani e musulmani perseguitati con arresti e multe
Arresti, perquisizioni e multe di un importo fino a 50 volte superiore al salario
medio mensile. Continua la campagna di repressione delle autorità uzbeke contro musulmani
e cristiani, accusati di “sovvertire l’ordine costituito” e fomentare “l’odio interconfessionale”.
Il 5 novembre scorso 12 funzionari del Servizio di sicurezza nazionale (Nss) hanno
arrestato Mekhrinisso Hamdamova, musulmana di Karshi, nel sud-est del Paese, per aver
organizzato un incontro religioso non autorizzato. I poliziotti - riferisce l'agenzia
Fides - hanno fatto irruzione alle sei del mattino nella sua abitazione, perquisendo
la casa e sequestrando due film e un libro donatole dall’organizzazione musulmana
locale. La donna è accusata di reati gravissimi: tentativo di rovesciare il presidente
(art. 158 del codice penale), attentato all’ordine precostituito (art. 159), terrorismo
(art. 161) e fomentare l’odio interconfessionale (art. 164). Insieme a lei sono state
arrestate altre 30 donne musulmane, nella cerchia di familiari e amici, e sono mantenute
in regime di isolamento nel carcere di Karshi. Un attivista uzbeko riferisce a Forum
18 che le donne sono soggette a “torture psicologiche e intimidazioni, perché testimonino
contro Mekhrinisso Hamdamova”. La campagna di repressione della libertà religiosa
colpisce anche i cristiani, vittime di perquisizioni, esproprio di materiale religioso
(libri e film cristiani) e multe. Il 23 ottobre scorso 11 protestanti sono stati multati
per aver pranzato insieme in un’abitazione di un amico comune. I capi di accusa variano
dall’aver infranto “le leggi in materia di religione” all’insegnamento della religione
“senza autorizzazione e specifico addestramento”; le sanzioni variano da 10 a 50 volte
il salario medio mensile di un lavoratore uzbeko. In precedenza, il 5 ottobre, altri
17 cristiani protestanti sono stati multati per possesso “illegale” di materiale religioso.
(R.P.)