Rapporto sui minori in Italia: quasi due milioni vivono in "povertà relativa"
Mentre le Nazioni Unite si preparano e celebrare domani il ventennale dell'adozione
della Convenzione Onu per i diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, ricordata anche
dal Papa ieri all'udienza generale, si moltiplicano studi che denunciano quanto troppo
spesso tali diritti siano disattesi. Uno degli ultimi è il secondo Rapporto supplementare
realizzato dal Gruppo Crc - una rete di 86 organizzazioni coordinata da Save the children
Italia - che ha sottoposto a monitoraggio la situazione italiana rispetto alla carta
dell'Onu. Il risultato, si afferma, è che su oltre 10 milioni di minori presenti in
Italia, 1.728.000, pari al 23% della popolazione povera, vivono in condizioni di “povertà
relativa”. Il Rapporto, reso noto ieri in coincidenza con la Conferenza nazionale
sull’infanzia e l’adolescenza a Napoli, è stato curato in alcune parti - rileva l'Agenzia
Sir - da Caritas italiana, in particolare i tre paragrafi dedicati alle politiche
per l'infanzia e l'adolescenza, alla condizione dei bambini e degli adolescenti poveri
in Italia, e dei minori stranieri non accompagnati. Il testo sarà distribuito durante
la Conferenza di Napoli, iniziata ieri, e sara presentato il 24 novembre alla Commissione
parlamentare per l’Infanzia e l’adolescenza, e quindi inviato alle Nazioni Unite.
I numeri fotografano una forte prevalenza delle età infantili (il 61,2% ha meno di
11 anni) e una sproporzionata concentrazione nel Meridione, dove risiede il 72% dei
minori poveri italiani. A rischio povertà, sfruttamento e caduta nell’illegalità sono
inoltre molti minori stranieri, soprattutto i “non accompagnati”, quelli coinvolti
in gravi fenomeni di sfruttamento e abuso, come la tratta a scopo di sfruttamento
sessuale, la mendicità, il lavoro nero (938 gli under 18 assistiti e protetti fra
il 2000 e il 2007). A preoccupare è poi il fenomeno della pedo-pornografia on line,
definito in continua espansione “nonostante - si legge nel Rapporto - l’acquisita
consapevolezza e l’impegno per il contrasto delle istituzioni e delle forze di polizia,
sia a livello nazionale che internazionale”. Il Rapporto nota pure un "rischio di
discriminazione" per i minori migranti e i minori residenti in regioni meno ricche.
“Esprimiamo forte preoccupazione - afferma Arianna Saulini, coordinatrice del Gruppo
Crc - nel rilevare che poco si sia tenuto in conto l’impatto sui minori di alcuni
provvedimenti legislativi come la cosiddetta Legge sicurezza e che la partecipazione
e consultazione dei minori sia, in generale, molto trascurata”. “Negativo” è giudicato
l’impatto della legge 94/2009 sulla sicurezza pubblica, perché - si afferma - “impone
notevoli limitazioni ai minori migranti arrivati in Italia da soli al momento della
regolarizzazione della loro posizione al compimento della maggiore età”. “La previsione
di criteri molto stringenti”, spiega la Saulini, “comporta una violazione del diritto
alla protezione in quanto, da un lato, potrebbe determinare l’aumento delle fughe
dei ragazzi e ragazze non ancora maggiorenni dalle comunità, con conseguente rischio
di un loro coinvolgimento in forme di grave sfruttamento, dall’altro, rischierebbe
seriamente di incentivare l’arrivo di minori soli in età sempre più precoce”. (A.D.C.)