Pax Christi Italia: al Sinodo per l'Africa i presuli hanno fatto scuola con il loro
"spirito profetico"
“Caro monsignor Laurent Mosengwo Pasinya, arcivescovo di Kinshasa e co-presidente
di Pax Christi International, cari vescovi africani, fratelli in Cristo, apostoli
del Vangelo di riconciliazione, giustizia e pace, intendiamo ringraziarvi con grande
affetto per il Sinodo che avete celebrato l’ottobre scorso e per il suo messaggio
finale 'Alzati Africa'”. Inizia con queste parole la lunga lettera che Pax Christi
Italia ha voluto indirizzare ai presuli che lo scorso ottobre hanno partecipato in
Vaticano ai lavori del Sinodo per l'Africa. Nel testo, reso noto dalla Misna, Pax
Christi Italia ricorda ai presuli dell'Africa che "già in marzo il Papa in Angola
ha definito il vostro territorio 'continente della speranza'", mentre "pochi giorni
fa l’ha chiamato 'polmone spirituale dell’umanità'”. Avete affrontato, si legge, "gli
immensi problemi della miseria estrema, delle ingiustizie, del saccheggio di risorse,
dello scempio ambientale, delle malattie e del non accesso ai farmaci, del traffico
di persone, dei migranti e degli sfollati, del fanatismo e delle guerre da noi dimenticate,
dei bambini soldato, del commercio delle armi alimentato dai paesi del nostro Occidente,
'le cui politiche, azioni e omissioni contribuiscono a causare o aggravare la difficile
situazione dell’Africa'”, come si afferma nel Messaggio finale del Sinodo. Ci ha colpito,
scrive Pax Christi Italia, "la vostra denuncia profetica dei 'crimini contro l’umanità'
causati dai 'grandi poteri di questo mondo' e dalle 'società multinazionali' che 'devono
cessare la devastazione criminale dell’ambiente per il loro ingordo sfruttamento delle
risorse naturali'". Pochissimi, si rileva, "se ne sono accorti (l’informazione, anche
quella democratica, pensa ad altro), ma avete smascherato - si constata - 'l’incidenza
di interessi stranieri' e 'la vergognosa e tragica collusione dei leader locali: politici
che tradiscono e svendono le loro nazioni, uomini d’affari corrotti che sono in collusione
con multinazionali rapaci, commercianti e trafficanti di armi africani, che fanno
fortuna con il commercio di piccole armi che causano grande distruzione di vite umane,
e agenti locali di alcune organizzazioni internazionali che vengono pagati per diffondere
letali ideologie in cui essi stessi non credono'". Ci ha "anche impressionato - prosegue
la lettera - lo spirito fiducioso con cui, nonostante tutto, guardate al bene in azione,
al risveglio delle energie personali sociali, al dialogo ecumenico e interreligioso,
al ruolo delle donne ('spina dorsale della nostra chiesa locale'), all’azione di una
società civile democratica ampia e varia, all’esperienza nonviolenta di alcune istituzioni
africane volte alla riconciliazione. Su questo avete fatto scuola". La lunga lettera,
dopo aver ricordato alcune delle figure di testimoni e di martiri che hanno evangelizzato
l'Africa, termina con questo augurio: "Un abbraccio fraterno pieno di gratitudine,
di preghiera e di volontà d’azione. Che il Dio della riconciliazione, della giustizia
e della pace benedica e accompagni sempre il vostro e il nostro cammino”. (A.D.C.)