2009-11-19 14:59:46

Nel rapporto sulla popolazione 2009 cambiamenti climatici e ruolo delle donne


E’ dedicato ai cambiamenti climatici in corso – e tema della conferenza internazionale di Copenhagen a dicembre – il Rapporto 2009 sullo stato della popolazione mondiale dell’Unfpa, il Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione. Nelle 104 pagine del documento – che conferma la quota di un miliardo di abitanti raggiunta dall’Africa come già anticipato nelle scorse settimane da altre organizzazioni – si sottolineano gli effetti che i cambiamenti climatici stanno avendo soprattutto nei paesi del Sud del mondo e a discapito delle categorie più deboli e delle donne in particolare che sono, viene più volte ribadito, la chiave di volta vera per affrontare le sfide poste dal fenomeno. “I cambiamenti climatici in corso – aggiunge il rapporto – comporteranno un ulteriore aumento dei movimenti migratori con milioni di persone che abbandoneranno aree sempre più frequentemente alluvionate o colpite da estrema siccità. Milioni di persone che ora vivono lungo le coste potrebbero essere costrette a spostarsi per l’innalzamento del livello dei mari così come periodi di prolungata siccità potrebbero spingere milioni di contadini ad abbandonare le aree rurali per le città”. I cambiamenti del clima cui si sta assistendo – nell’ultimo secolo i dieci anni più caldi in assoluto sono stati registrati dal 1997 in poi – secondo l’analisi dei dati raccolti dall’Unfpa “non solo stanno mettendo a rischio vite umane, ma stanno anche esacerbando le differenze tra ricchi e poveri e amplificando le ineguaglianze tra uomini e donne”. In molti paesi, continua il documento, le donne rappresentano la parte più importante della forza lavoro impiegata in agricoltura e proprio per questo motivo risentono più di altri delle conseguenze del cambiamento. “La marginalizzazione e la discriminazione contro le donne, oltre che una mancanza di attenzione all’ineguaglianza di genere – dice l’Unfpa – costituisce una minaccia alla loro salute e al generale benessere delle società minando alla base le possibilità di resistenza dei singoli paesi alle nuove realtà cui vanno incontro”. La resistenza ai cambiamenti climatici – sottolinea ancora l’organismo dell’Onu – avrà più probabilità di riuscita in quelle società dove non esistono preclusioni di qualunque tipo all’accesso alle scuole, alla sanità e dove tutti godono di un’equa protezione da parte della legge partecipando in pieno alla vita politica e sociale del paese o della comunità di appartenenza. (R.P.)







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