2009-11-19 14:20:50

Mons. Volante sul Vertice Fao: è servito a ricordare che c'è chi muore di fame


Chiuso a Roma il Vertice mondiale sull’alimentazione: nessun impegno concreto per sconfiggere la fame. Insoddisfatto e rammaricato il direttore generale della Fao. Il servizio di Roberta Gisotti:RealAudioMP3

 
“Non è andata come volevo”, ha confidato Jacques Diouf ai giornalisti. La lotta alla fame è un problema sociale economico, finanziario e culturale – ha spiegato - e invece siamo andati fuori tema riducendo il dibattito per lo più a livello tecnico. Ha poi accusato i leader dei Paesi occidentali di aver disertato il Vertice, ribadendo la delusione per la mancanza nella Dichiarazione finale di cifre concrete e scadenze per eliminare la fame. Ma gli sforzi – ha aggiunto – per organizzare il Vertice non sono stati vani. Dello stesso parere mons. Renato Volante, osservatore permanente della Santa Sede presso la Fao:

R. – Il primo fine del Vertice era quello di attirare e di rinnovare l’attenzione sul problema della fame nel mondo. Qui si tratta di approfondire, studiare, esaminare i modi, affinché questo tremendo flagello, che può facilmente essere cancellato, effettivamente venga cancellato. C’è cibo a sufficienza per tutti gli uomini, le donne, i bambini, i vecchi del mondo. Più che a sufficienza! Questo cibo viene sprecato. Non è che il Vertice potesse dare in due giorni e mezzo, con la partecipazione di centinaia di migliaia di persone, delle indicazioni precisissime. La mia personale idea su questi Vertici è che servono ad attirare l’attenzione delle persone – la mia, la sua, quella delle singole persone, delle singole coscienze – su un problema drammatico e vergognoso che ci coinvolge tutti e che noi, per nostra tranquillità, desideriamo dimenticare. Non vogliamo pensarci - è molto semplice – perché ci vergogniamo, perché ci dà tristezza, ci dà angustia sapere che ogni sei secondi muore un bambino. Cerchiamo di dimenticarlo: è normale nella psicologia di ogni persona. Questi vertici servono a dirci: “No, non puoi dimenticarti di questo, devi ricordartelo”.

 
D. – E’ pur vero che il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, aveva chiesto a questo Vertice di offrire delle risposte reali ad un miliardo e venti milioni di persone che non hanno da mangiare per vivere. E, in questo senso, l’intervento del Papa ha offerto un’analisi socio-economica davvero originale, supportata da osservazioni etiche da cui però non si può prescindere per dare un nuovo ordine di giustizia a questo mondo...

 
R. – Ci sono i punti fondamentali che poi sono ripresi anche nella Dichiarazione finale e che trovano – se mi permette – la loro radice nella necessità che ogni persona umana senta che la sua dignità è condivisa da ogni altro uomo e donna della terra. Questo ci porta a scoprire una dimensione etica, morale, di giustizia, di amore e di dono anche nel nostro rapporto reciproco con l’altro e nel nostro rapporto sociale con tutti gli altri.







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