2009-11-19 12:48:44

Mons. Marchetto a Mosca per la prima Conferenza ministeriale globale sulla sicurezza stradale


Si svolge oggi e domani a Mosca la prima Conferenza ministeriale globale sulla sicurezza stradale. All’evento partecipa anche l’arcivescovo Agostino Marchetto, segretario del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti. Nel suo intervento, il presule ha ricordato che “la Chiesa Cattolica vede la mobilità, in primo luogo e principalmente, come uno sviluppo positivo per l’umanità. In tutte le sue forme ed aspetti, la mobilità è una caratteristica della vita umana e dello sviluppo culturale, che sono, a loro volta, inseparabili dallo sviluppo di economie appropriate. Senza l’infrastruttura di base del trasporto contemporaneo ed i relativi sistemi di trasporto – rileva mons. Marchetto - molte persone non sarebbero in grado di trovare lavoro adeguato e di beneficiare, tra le altre cose, dei servizi basilari in ambito sanitario, sociale e culturale. La mobilità ha anche una fondamentale funzione sociale e di mercato”, fornisce un “collegamento umano tra le persone e le culture e favorisce l’interazione ed il dialogo umano”. A questo proposito – sottolinea il rappresentante vaticano - ci sono delle sfide urgenti che la Chiesa cerca di affrontare “promuovendo una rinnovata consapevolezza delle responsabilità morali collegate con la mobilità, come l’osservanza delle norme stradali, che è necessaria per evitare incidenti e tragedie”. “La storia del coinvolgimento diretto della Chiesa Cattolica nelle questioni di sicurezza – ricorda - risale circa a mezzo secolo fa” con un’attenzione particolare rivolta alle “persone che vivono nella e sulla strada, specialmente i bambini di strada, le donne di strada ed i senzatetto”. “Il traffico – ha detto mons. Marchetto - è una questione legata al bene comune, nella soluzione del problema della formazione di automobilisti, motociclisti, ciclisti e pedoni” e coinvolge “tutta una serie di attori ed enti sociali, oltre l’individuo e la famiglia, la società in generale e i pubblici poteri.” La Chiesa e lo Stato “sono quindi chiamati – ognuno nella propria sfera di responsabilità – a fornire una istruzione adeguata ai problemi e agli atteggiamenti legati alla sicurezza stradale. Mentre lo Stato ha un ruolo da svolgere a livello politico, amministrativo, penale, collegato al lavoro, tecnico e civile, anche la Chiesa può contribuire a raggiungere questi obiettivi, principalmente attraverso il potenziale educativo che hanno le istituzioni ecclesiali, soprattutto per i bambini e giovani”. Anche “la scuola è di vitale importanza in questa prevenzione, in cui i giovani imparano il rispetto per le altre persone e diventano consapevoli che i problemi del traffico sono parte dell’utilizzo e del godimento dei beni comuni e dovrebbero essere trattati con sensibilità”. “La Santa Sede – conclude mons. Marchetto - cerca un modo per cooperare e promuovere associazioni in tutte queste differenti sfere al fine di rendere anche le nostre strade e i mezzi di trasporto più sicuri per tutti”.







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