Mons. Marchetto a Mosca per la prima Conferenza ministeriale globale sulla sicurezza
stradale
Si svolge oggi e domani a Mosca la prima Conferenza ministeriale globale sulla sicurezza
stradale. All’evento partecipa anche l’arcivescovo Agostino Marchetto, segretario
del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti. Nel suo
intervento, il presule ha ricordato che “la Chiesa Cattolica vede la mobilità, in
primo luogo e principalmente, come uno sviluppo positivo per l’umanità. In tutte le
sue forme ed aspetti, la mobilità è una caratteristica della vita umana e dello sviluppo
culturale, che sono, a loro volta, inseparabili dallo sviluppo di economie appropriate.
Senza l’infrastruttura di base del trasporto contemporaneo ed i relativi sistemi di
trasporto – rileva mons. Marchetto - molte persone non sarebbero in grado di trovare
lavoro adeguato e di beneficiare, tra le altre cose, dei servizi basilari in ambito
sanitario, sociale e culturale. La mobilità ha anche una fondamentale funzione sociale
e di mercato”, fornisce un “collegamento umano tra le persone e le culture e favorisce
l’interazione ed il dialogo umano”. A questo proposito – sottolinea il rappresentante
vaticano - ci sono delle sfide urgenti che la Chiesa cerca di affrontare “promuovendo
una rinnovata consapevolezza delle responsabilità morali collegate con la mobilità,
come l’osservanza delle norme stradali, che è necessaria per evitare incidenti e tragedie”.
“La storia del coinvolgimento diretto della Chiesa Cattolica nelle questioni di sicurezza
– ricorda - risale circa a mezzo secolo fa” con un’attenzione particolare rivolta
alle “persone che vivono nella e sulla strada, specialmente i bambini di strada, le
donne di strada ed i senzatetto”. “Il traffico – ha detto mons. Marchetto - è una
questione legata al bene comune, nella soluzione del problema della formazione di
automobilisti, motociclisti, ciclisti e pedoni” e coinvolge “tutta una serie di attori
ed enti sociali, oltre l’individuo e la famiglia, la società in generale e i pubblici
poteri.” La Chiesa e lo Stato “sono quindi chiamati – ognuno nella propria sfera di
responsabilità – a fornire una istruzione adeguata ai problemi e agli atteggiamenti
legati alla sicurezza stradale. Mentre lo Stato ha un ruolo da svolgere a livello
politico, amministrativo, penale, collegato al lavoro, tecnico e civile, anche la
Chiesa può contribuire a raggiungere questi obiettivi, principalmente attraverso il
potenziale educativo che hanno le istituzioni ecclesiali, soprattutto per i bambini
e giovani”. Anche “la scuola è di vitale importanza in questa prevenzione, in cui
i giovani imparano il rispetto per le altre persone e diventano consapevoli che i
problemi del traffico sono parte dell’utilizzo e del godimento dei beni comuni e dovrebbero
essere trattati con sensibilità”. “La Santa Sede – conclude mons. Marchetto - cerca
un modo per cooperare e promuovere associazioni in tutte queste differenti sfere al
fine di rendere anche le nostre strade e i mezzi di trasporto più sicuri per tutti”.