La Croce dell'imperatore Giustino del VI secolo in mostra in Vaticano
Offrire ai visitatori la possibilità di ammirare la Crux Vaticana donata alla Sede
Apostolica dall’imperatore d’Oriente Giustino II e restituita alla forma originaria
dopo un meticoloso restauro. E’ l’obiettivo della Mostra “Vexillum Regis, La Crux
Vaticana o Croce di Giustino” presentata stamani in Vaticano. Il prezioso manufatto
sarà in mostra nella Cappella dei Beneficiati del Tesoro di San Pietro a partire da
oggi e fino al 12 aprile 2010. Alla presentazione dell’iniziativa hanno partecipato,
tra gli altri, il cardinale Angelo Comastri, arciprete della Basilica di San Pietro,
ed il curatore della mostra Nazzareno Gabrielli, responsabile scientifico Museo del
Tesoro. Il servizio di Amedeo Lomonaco:
La Crux Vaticana
o Croce di Giustino, ritorna nel Tesoro di San Pietro. Rarissimo esempio di committenza
imperiale ancora conservato, fu donata alla Chiesa di Roma dall’imperatore bizantino
Giustino II (565 – 578) nel VI secolo. Si tratta di un’opera che ricorda la vittoria
di Cristo, come recita l’iscrizione latina incisa sulla Croce:
“Ligno
quo Christus humanum subdidit hostem dat Romae Iustinus opem”… “Con questo
legno, attraverso il quale Cristo soggiogò il nemico degli uomini, Giustino II dona
l’opera a Roma”.
Il manufatto, rivestito di lamine
d’argento dorato, custodisce un autentico scrigno: la Croce, arricchita da un magnifico
corredo decorativo, è tempestata di gemme e perle ma la parte più preziosa è un pezzo
di legno, un frammento della Croce di Gesù custodito in un medaglione incastonato
all’incrocio dei bracci della Crux Vaticana. All’inestimabile valore storico ed estetico
dell’opera si aggiunge, dunque, questo straordinario patrimonio di fede. Il cardinale
Angelo Comastri, arciprete della Basilica di San Pietro:
“Il
frammento della Croce di Gesù è il vero elemento di valore. Questa Crux Vaticana è
anche la testimonianza che già nel VI secolo, Oriente ed Occidente si ritrovavano
unanimi nel segno della Croce. Il cristianesimo aveva già impastato la storia dell’Europa
occidentale ed orientale. E’ una testimonianza, in questo senso, della riflessione
che si è fatta partendo dalla Croce sulla vera onnipotenza di Dio e l’onnipotenza
di Dio è onnipotenza d’amore, onnipotenza di perdono. Questo è un fatto straordinario,
che porta nel mondo soltanto il cristianesimo”.
La
Croce ha cambiato la storia del mondo e la storia è impastata nella Croce. Ma cosa
dire a chi ritiene che il Crocifisso sia fonte di discriminazione? Il cardinale Angelo
Comastri:
“Sta a noi cristiani dimostrare che il Crocifisso non è fonte
di discriminazione. Dico che oggi le vere reliquie della Croce siamo noi: con la nostra
vita dobbiamo dimostrare cos’è il Vangelo e cosa fa, perché dovunque arriva il Vangelo,
quello vero, arriva anche una inondazione di carità”.
Il
restauro del manufatto, per secoli utilizzato nelle funzioni solenni del Natale e
della Pasqua, ha riacquistato l’antico e prezioso splendore bizantino. Oggi la Crux
Vaticana ha recuperato la lucentezza delle superfici e la delicata doratura. L’intervento,
nel rispetto dell’equilibrio tra lo stato originario e le successive manipolazioni,
ha fatto riemergere la rigorosa alternanza cromatica e l’armoniosa sequenza di gemme
per far risplendere il tesoro più prezioso, il frammento della vera Croce.