Danimarca, Nuova Zelanda e Singapore i Paesi meno corrotti al mondo
Come ogni anno Transparency International, organizzazione non governativa con sede
a Berlino, pubblica l'indice di percezione della corruzione (Corruption percepition
index, Cpi). Un indice che classifica 180 paesi in base alla percezione della corruzione
nel settore pubblico, su una scala di voti da zero a 10, in cui lo zero indica i livelli
più alti di corruzione. In questa speciale classifica, compilata dal 1995, Singapore
occupa il terzo posto subito dietro Danimarca e Nuova Zelanda e di gran lunga avanti
agli Stati Uniti (19), mentre due nazioni sudamericane, Cile e Uruguay, condividono
la 25ma posizione subito dopo la Francia. Il Botswana si conferma nazione “modello”
nel continente africano occupando la posizione numero 37 e dando lezione a molte nazioni
del nord del mondo che in classifica occupano posizioni molto più in basso, come le
Isole Mauritius (42), Capo Verde (46), Sudafrica (55), Namibia (56) e Cuba (61). L’Italia
dal 55mo posto che occupava nella classifica del 2008, quest’anno scende al 63mo.
Nelle ultime posizioni ci sono i paesi in guerra, dove la lotta alla corruzione non
è sicuramente fra le priorità delle fragili autorità. Al 180mo e ultimo posto troviamo
la Somalia, divisa in varie entità da anni di guerra e violenze, preceduta di poco
da Afghanistan, Myanmar, Sudan e Iraq. In generale, i paesi più poveri conseguono
i risultati peggiori. I dati che Transparency diffonde annualmente con la sua classifica
non sono immuni da critiche e da osservazioni, ma come emerge dalla lettura dell’indice
il fenomeno della corruzione interessa indistintamente nord e Sud del mondo, con molti
paesi africani ben avanti in classifica rispetto a nazioni ricche e sedicenti civili.
(C.P.)