Censis-Ucsi: successo dei social network, cresce l'ascolto della radio
''Non è infrequente imbattersi in mass media che forniscono volutamente informazioni
manipolate”. Il presidente del Senato italiano, Renato Schifani, intervenendo alla
presentazione del Rapporto Censis-Ucsi ha ribadito la necessità di una stampa veramente
libera, professionale e che non mescoli notizie e commenti. Secondo il Rapporto, aumenta
l’influenza dei social network mentre è modesto il gradimento dei cittadini per la
carta stampata. Alessandro Guarasci:
Un’informazione
che non trasmetta valori, soprattutto per i giovani. Questo è il vero pericolo secondo
il presidente del Senato, Renato Schifani, perché troppo spesso
ci si imbatte in notizie manipolate o che rispondono a precisi interessi di parte.
“Ora tesi a legittimare e ad imporre modelli devianti della vita personale,
familiare e sociale, ora per favorire gli ascolti, la cosiddetta audience.
Ciò che più preoccupa è che, talvolta, questi strumenti non esitano a ricorre anche
alla trasgressione, alla rappresentazione della violenza, come è stato reso evidente
da alcuni social network”.
C’è un'evoluzione dei consumi mediatici.
In crescita la diffusione di tutti i mezzi di comunicazione tra il 2001 e il 2009.
Aumentano gli utenti di Internet (+26,9%), ma anche la radio fa un grande balzo in
avanti (+12,4%), così come crescono, anche se di poco, i lettori di libri (+2,5%)
e di giornali (+3,6%). Vero successo per i social network. Facebook è conosciuto da
oltre il 90% dei giovani. Il direttore del Censis, Giuseppe Roma:
“Oggi
siamo attori, la nostra capacità di scelta comanda sull’offerta dei mezzi. Mentre
la televisione ci ha inchiodato per anni, quasi ipnotizzato davanti allo schermo,
oggi lo schermo è lo strumento attraverso cui io scelgo di vedere un film, informarmi,
giocare, avere un rapporto con gli altri in modo nuovo. Quindi, i cosiddetti social
network nel futuro saranno probabilmente il principale competitore dei media professionali
e industriali”. Negli ultimi due anni, la lettura dei quotidiani
a pagamento è passata dal 67% al 54.8%. Ma per l’Ucsi, l’Unione dei giornalisti cattolici,
il valore dell’informazione professionale è insostituibile. Il presidente Andrea
Melodia. “Una stampa però professionale alla quale
lavorino giornalisti professionisti dà delle garanzie di indirizzo, di qualità, di
aggregazione sociale, di senso di appartenenza che altri media non consentono, sostanzialmente.
Questo riguarda sia la stampa scritta, sia l’informazione radiotelevisiva e il servizio
pubblico, in particolare”.
Gli editori corrono ai ripari. Oramai è
sempre più probabile che le edizioni on line dei quotidiani vadano a pagamento.