Benedetto XVI alle università cattoliche: promuovete un sapere capace di orientare
l'uomo alla ricerca di se stesso. Testo integrale
Le università cattoliche promuovano un sapere “capace di orientare l'uomo alla luce
dei principi primi e dei suoi fini ultimi, un sapere illuminato dalla fede” nel contesto
di una cultura che manifesta una "mancanza di sapienza, di riflessione, di pensiero
in grado di operare una sintesi orientativa": è quanto ha detto stamani Benedetto
XVI incontrando nell’Aula Paolo VI in Vaticano studenti e docenti dei Pontifici
Atenei Romani e i partecipanti all'assemblea generale della Federazione Internazionale
delle Università Cattoliche. Ecco il testo integrale del discorso del Papa: Signori
Cardinali, venerati Fratelli nell'Episcopato e nel Sacerdozio, illustri
Rettori, Autorità accademiche e Professori, cari studenti, fratelli
e sorelle! Con gioia vi accolgo e vi ringrazio
di essere convenuti ad Petri Sedem, per essere confermati nel vostro importante ed
impegnativo compito di insegnamento, di studio e di ricerca al servizio della Chiesa
e dell'intera società. Ringrazio cordialmente il Cardinale Zenon Grocholewski per
le parole che mi ha rivolto introducendo questo incontro, nel quale ricordiamo due
ricorrenze particolari: il 30.mo della Costituzione apostolica Sapientia christiana,
promulgata il 15 aprile 1979 dal Servo di Dio Giovanni Paolo II, e il 60.mo anniversario
del riconoscimento da parte della Santa Sede dello Statuto della Fédération Internationale
des Universités Catholiques (FIUC). Sono lieto
di fare memoria insieme con voi di questi significativi anniversari, che mi offrono
l'occasione di evidenziare ancora una volta il ruolo insostituibile delle Facoltà
ecclesiastiche e delle Università cattoliche nella Chiesa e nella società. Il Concilio
Vaticano II lo aveva già ben sottolineato nella Dichiarazione Gravissimum educationis,
quando esortava le Facoltà ecclesiastiche ad approfondire i vari settori delle scienze
sacre, per avere una conoscenza sempre più profonda della Rivelazione, per esplorare
il tesoro della sapienza cristiana, favorire il dialogo ecumenico e interreligioso,
e per rispondere ai problemi emergenti in ambito culturale (cfr n. 11). Lo stesso
Documento conciliare raccomandava di promuovere le Università cattoliche, distribuendole
nelle diverse regioni del mondo e, soprattutto, curandone il livello qualitativo per
formare persone versate nel sapere, pronte a testimoniare la loro fede nel mondo e
a svolgere compiti di responsabilità nella società (cfr n. 10). L'invito del Concilio
ha trovato vasta eco nella Chiesa. Oggi vi sono, infatti, oltre 1.300 Università cattoliche
e circa 400 Facoltà ecclesiastiche, diffuse in tutti i continenti, molte delle quali
sono sorte negli ultimi decenni, a testimonianza di una crescente attenzione delle
Chiese particolari per la formazione degli ecclesiastici e dei laici alla cultura
e alla ricerca. La Costituzione apostolica Sapientia
christiana, fin dalle sue prime espressioni, rileva l'urgenza, ancora attuale, di
superare il divario esistente tra fede e cultura, invitando ad un maggiore impegno
di evangelizzazione, nella ferma convinzione che la Rivelazione cristiana è una forza
trasformante, destinata a permeare i modi di pensare, i criteri di giudizio, le norme
di azione. Essa è in grado di illuminare, purificare e rinnovare i costumi degli uomini
e le loro culture (cfr Proemio, I) e deve costituire il punto centrale dell'insegnamento
e della ricerca, nonché l'orizzonte che illumina la natura e le finalità di ogni Facoltà
ecclesiastica. In questa prospettiva, mentre viene sottolineato il dovere dei cultori
delle discipline sacre di raggiungere, con la ricerca teologica, una conoscenza più
profonda della verità rivelata, si incoraggiano, allo stesso tempo, i contatti con
gli altri campi del sapere, per un fruttuoso dialogo, soprattutto al fine di offrire
un prezioso contributo alla missione che la Chiesa è chiamata a svolgere nel mondo.
Dopo trent'anni, le linee di fondo della Costituzione apostolica Sapientia christiana
conservano ancora tutta la loro attualità. Anzi, nell'odierna società, dove la conoscenza
diventa sempre più specializzata e settoriale, ma è profondamente segnata dal relativismo,
risulta ancora più necessario aprirsi alla "sapienza" che viene dal Vangelo. L'uomo,
infatti, è incapace di comprendere pienamente se stesso e il mondo senza Gesù Cristo:
Lui solo illumina la sua vera dignità, la sua vocazione, il suo destino ultimo e apre
il cuore ad una speranza solida e duratura. Cari
amici, il vostro impegno di servire la verità che Dio ci ha rivelato partecipa della
missione evangelizzatrice che Cristo ha affidato alla Chiesa: è pertanto un servizio
ecclesiale. Sapientia christiana cita, al riguardo, la conclusione del Vangelo secondo
Matteo: "Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del
Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che
vi ho comandato" (Mt 28,19-20). E' importante per tutti, docenti e studenti, non perdere
mai di vista il fine da perseguire, quello cioè di essere strumento dell'annuncio
evangelico. Gli anni degli studi ecclesiastici superiori si possono paragonare all'esperienza
che gli Apostoli hanno vissuto con Gesù: nello stare con Lui hanno appreso la verità,
per diventarne poi annunciatori dappertutto. Al tempo stesso è importante ricordare
che lo studio delle scienze sacre non va mai separato dalla preghiera, dall'unione
con Dio, dalla contemplazione - come ho richiamato nelle recenti Catechesi sulla teologia
monastica medioevale - altrimenti le riflessioni sui misteri divini rischiano di diventare
un vano esercizio intellettuale. Ogni scienza sacra, alla fine, rinvia alla "scienza
dei santi", alla loro intuizione dei misteri del Dio vivente, alla sapienza, che è
dono dello Spirito Santo, e che è anima della "fides quaerens intellectum" (cfr Udienza
Generale, 21 ottobre 2009). La Federazione Internazionale
delle Università Cattoliche (FIUC) è nata nel 1924 per iniziativa di alcuni Rettori
e riconosciuta 25 anni dopo dalla Santa Sede. Cari Rettori delle Università cattoliche,
il 60.mo anniversario dell'erezione canonica di questa vostra Federazione è un'occasione
quanto mai propizia per fare un bilancio dell'attività svolta e per tracciare le linee
degli impegni futuri. Celebrare un anniversario
è rendere grazie a Dio che ha guidato i nostri passi, ma è attingere anche dalla propria
storia ulteriore slancio per rinnovare la volontà di servire la Chiesa. In questo
senso, il vostro motto è un programma anche per il futuro della Federazione: "Sciat
ut serviat", sapere per servire. In una cultura che manifesta una "mancanza di sapienza,
di riflessione, di pensiero in grado di operare una sintesi orientativa" (Enc. Caritas
in veritate, 31), le Università cattoliche, fedeli alla propria identità che fa dell'ispirazione
cristiana un punto qualificante, sono chiamate a promuovere una "nuova sintesi umanistica"
(ibid., 21), un sapere che sia "sapienza capace di orientare l'uomo alla luce dei
principi primi e dei suoi fini ultimi" (ibid., 30), un sapere illuminato dalla fede. Cari
amici, il servizio che svolgete è prezioso per la missione della Chiesa. Mentre formulo
a tutti sinceri auguri per l'anno accademico da poco iniziato e per il pieno successo
del Convegno della FIUC, affido ognuno di voi e le istituzioni che rappresentate alla
materna protezione di Maria Santissima, Sede della Sapienza, e ben volentieri imparto
a voi tutti la Benedizione Apostolica.