2009-11-19 15:18:15

Al Pontificio istituto Giovanni Paolo II il ciclo di conferenze “Profili di santità coniugale”


Giovanni Yu Jung-Chol e Lutgarda Lee Sun-i: una coppia di coreani che agli inizi dell’Ottocento ha testimoniato la fede fino al martirio. La loro vita – insieme a quella di altri 122 martiri laici e di padre Thomas Choe Yang, uccisi durante le persecuzioni anticristiane tra il 1791 e il 1888 – dal giugno scorso è al vaglio della Congregazione delle cause dei santi, dopo che la Conferenza episcopale sud-coreana ha concluso la fase istruttoria del processo di beatificazione. Con la loro storia si apre oggi pomeriggio alle 17, presso il Pontificio istituto Giovanni Paolo II per studi su matrimonio e famiglia, il ciclo di conferenze sul tema “Profili di santità coniugale”, che si concluderà nel maggio 2010. A coordinare l’iniziativa – rende noto il quotidiano Avvenire - sono i coniugi Stanislaw e Ludmila Grygiel, docenti dell’Istituto. Una vicenda ancora sconosciuta, quella dei due martiri asiatici, che andrebbero ad aggiungersi – se verranno beatificati – ai 103 martiri coreani canonizzati Papa Giovanni Paolo II nel giugno 1984. Figlio maggiore di una nobile e ricca famiglia, Giovanni si convertì al cattolicesimo insieme ai suoi parenti quando suo padre, Agostino Yu. Ascoltò la predicazione di Francesco Saverio Kwon Il-sin, agli albori della Chiesa in Corea. Il Vangelo divenne di casa, e l’abitazione di Giovanni si trasformò in un punto di riferimento per i cattolici della regione di Jeolla-do. Ricevendo la Comunione per la prima volta a 16 anni, il giovane confidò a don Giacomo Zhou il suo desiderio di vivere in castità: una scelta che lo accomunò con la futura moglie, Lutgarda. Nel 1799, alla presenza delle rispettive famiglie, gli sposi pronunciarono ufficialmente il voto di castità, impegnandosi a vivere come fratello e sorella con l’aiuto della preghiera. Durante la persecuzione di Shinyu, Giovanni fu arrestato e incarcerato a Jeonju; qui venne tenuto alla gogna giorno e notte, ma difese con coraggio la sua fede fino all’impiccagione, avvenuta nel novembre 1801: aveva solo 22 anni. Due mesi prima anche sua moglie venne arrestata e poi decapitata nel gennaio 1802; durante i pochi mesi di detenzione, Lutgarda scrisse diverse lettere al marito e agli amici. (A.L.)







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