Afghanistan: Karzai inaugura il suo secondo mandato
“Rispettare ed applicare la Costituzione”. E' quanto ha promesso Hamid Karzai, che
stamani a Kabul ha giurato per un secondo mandato da presidente dell’Afghanistan.
Il capo dello Stato, riconfermato dopo l’annullamento del secondo turno elettorale
per il ritiro dell’antagonista Abdullah Abdullah, ha anche assicurato che i prossimi
anni saranno segnati da riconciliazione, lotta alla corruzione e disimpegno delle
forze internazionali dal terreno afghano. Da Kabul, Maurizio Salvi:
Riconciliazione
e lotta alla corruzione saranno i due pilastri del secondo mandato del presidente
Karzai. Il capo dello Stato ha promesso che il prossimo quinquennio avrà come priorità
un rinnovato processo di riconciliazione ed una lotta senza quartiere alla corruzione
e alla pratica delle tangenti. A tal proposito, Karzai ha annunciato la realizzazione,
a Kabul, di una Loya Jirga: un gran consiglio per consultare e riavvicinare tutte
le componenti etniche e politiche del Paese, chiamando anche il suo sfidante elettorale,
Abdullah Abdullah, a collaborare per la costituzione di un governo di unità nazionale.
Nello stesso tempo, la capitale afghana ospiterà anche una Conferenza internazionale
per studiare invece i modi per sradicare definitivamente il fenomeno della corruzione.
Fenomeno per il quale lo Stato afghano è secondo al mondo solo alla Somalia. Karzai
ha infine detto che pensa di poter sviluppare, nei prossimi anni, un vasto programma
di 'afghanizzazione', che riguarderà il processo elettorale ma anche il controllo
della sicurezza di tutto il territorio. Territorio che sarà progressivamente affidato
ad agenti di polizia e soldati afghani, permettendo così un disimpegno delle forze
internazionali che sono in Afghanistan dal 2001.
Dunque
Karzai accetta in toto le richieste internazionali per la lotta alla corruzione e
al terrorismo talebano. Una più forte intesa con la comunità internazionale potrà
consentire al presidente di gestire con maggiore efficacia questo mandato? Giancarlo
La Vella lo ha chiesto ad Antonio Ferrari, inviato speciale ed analista
del Corriere della Sera:
R. – Bisognerà
vedere se avrà la forza politica, se avrà la determinazione – lui stesso – per combattere
questa corruzione. La Comunità internazionale ci spera. Purtroppo finora le prove
che sono state date dall’attuale presidente e dal Paese non sono certo confortanti.
C’è da sperare che qualcosa cambi davvero.
D. - Il
discorso di Karzai costituisce una dichiarazione di guerra ai talebani, nei confronti
dei quali invece si era pensato fosse più efficace un tentativo di dialogo, almeno
con le frange più moderate?
R. – Io penso che sia
valida questa seconda ipotesi, magari anche con l’avallo in qualche modo della Comunità
internazionale. E' evidente che l’idea di creare una divisione tra la parte più radicale
del movimento estremista dei talebani e la parte più dialogante potrebbe essere alla
fine la carta vincente.
D. - Un’altra piaga, sulla
quale si chiede a Karzai, di intervenire è quella del narcotraffico. Un tema, questo,
che coinvolge l’economia del Paese e per risolvere la quale c’è bisogno di un forte
aiuto internazionale…
R. – Assolutamente. La determinazione
ci deve essere, però la Comunità internazionale deve agire in maniera molto determinata.
La determinazione potrebbe avere delle ripercussioni molto valide nello stesso Afghanistan
e anche nel dare coraggio al presidente Karzai.