Usa: presentato alla plenaria dei vescovi il rapporto sugli abusi sessuali
I casi di abusi sessuali su minori commessi da esponenti del clero negli Stati Uniti
hanno registrato un netto calo dopo il 1985 e sembrano meno diffusi tra quei sacerdoti
che durante i loro studi in seminario hanno ricevuto una adeguata formazione umana.
Sono i dati più significativi che emergono dal rapporto preliminare del “John Jay
College of Criminal Justice” di New York sulle “Cause e il contesto degli abusi sessuali
sui minori da parte del clero”, presentato ieri all’assemblea plenaria dei vescovi
degli Stati Uniti riuniti da lunedì a Baltimora. Lo studio – lo ricordiamo - è stato
commissionato dalla stessa Conferenza episcopale, dopo lo scandalo scoppiato nel 2002
per fare luce sul fenomeno e individuare quindi le misure atte a tutelare meglio i
minori. Esso sarà completato l’anno prossimo. I dati, basati su ampie ricerche di
archivio, sembrano confermare alcune ipotesi emerse in questi anni, ossia l'aumento
degli abusi a partire dalla fine degli anni ’60 e il successivo calo dopo il 1985.
La maggiore diffusione di comportamenti sessuali devianti nel clero sembra coincidere
con i mutamenti nei costumi verificatisi nella società americana tra il 1960 e il
1990, compresi l'accresciuto uso di droghe e l’aumento dei divorzi e di comportamenti
criminosi. Dal rapporto del “John Jay College” emerge inoltre una minore incidenza
del fenomeno tra i sacerdoti che da seminaristi hanno ricevuto una formazione umana
specifica. Secondo la ricerca, infine il modo in cui le diocesi americane hanno gestito
le accuse di abusi contro membri del clero sono cambiate in modo sostanziale in questi
50 anni, con una progressiva riduzione del numero dei sacerdoti accusati, reintegrati
nel loro incarico e un aumento di quelli rimossi. (A cura di Lisa Zengarini)