Sudafrica: i vescovi temono una nuova ondata di violenza xenofoba
“Siamo in contatto con il Ministero dell’Interno e stiamo seguendo con attenzione
l’evolversi degli eventi, per capire con precisione quello che sta succedendo. Quando
si avrà un quadro esatto degli eventi potremo esprimere una valutazione” dice all’agenzia
Fides padre Chris Townsend, portavoce della Sacbc (la Conferenza episcopale di Sudafrica,
Botswana e Swaziland), a proposito della situazione dei circa 2.700 richiedenti asilo
di nazionalità zimbabwana che sono stati costretti a rifugiarsi in un “campo di sicurezza”
a De Doorns, una località rurale a circa 150 chilometri da Città del Capo. Nei giorni
scorsi, gli zimbabwani sono stati oggetto di attacchi xenofobi da parte della popolazione
locale, che li accusa di “rubare posti di lavoro” , perché gli zimbabwani sono disposti
ad accettare paghe inferiori a quelle dei lavoratori sudafricani, impiegati dalle
aziende agricole dell’area. Secondo l’agenzia di stampa promossa dall’ONU, Irin, nella
prima mattina di ieri gruppi organizzati hanno attaccato il campo di Stofland, il
più grande campo abusivo di De Doorns. Il comandante della locale stazione di polizia,
il sovrintendente Van der Westhuizen ha detto a Irin che la situazione era diventata
tesa il 13 novembre, quando alcuni cittadini dello Zimbabwe erano stati coinvolti
in una violenta discussione. A seguito di tale incidente, circa 68 cittadini dello
Zimbabwe hanno abbandonato la zona, temendo una recrudescenza di violenza xenofoba.
La polizia, accompagnata da funzionari del governo locale, ha tenuto una riunione
informale con i residenti della città la sera del 16 novembre per calmare la situazione.
“Ma i residenti hanno minacciato di impedire ai zimbabwani di andare a lavorare il
17 novembre” ha detto van der Westhuizen. La polizia ha dovuto sparare proiettili
di gomma per disperdere i residenti, che hanno attaccato alcune baracche nel campo
di Stofland, costringendo i cittadini dello Zimbabwe a fuggire. "Fortunatamente, nessuno
dei cittadini dello Zimbabwe ha subito danni e tutti hanno potuto trasferirsi con
i loro effetti personali” ha detto il sovrintendente di polizia. Il riaccendersi delle
tensioni xenofobe è messo in relazione con la recessione economica globale che ha
colpito il Sud Africa in modo drammatico. Secondo gli ultimi dati delle autorità sudafricane,
il Paese ha perso 484.000 posti di lavoro negli ultimi sei mesi, facendo salire il
tasso di disoccupazione al 24,5% nel periodo luglio-settembre 2009, rispetto al 23,2%
nello stesso periodo del 2008. (R.P.)