Risoluzione del Senato Usa per ricordare i sei gesuiti uccisi nel Salvador nel
1989
L’impegno dei sei missionari gesuiti, uccisi insieme con altre due donne il 16 novembre
1989 a San Salvador, capitale di El Salvador, è stato ricordato dalle autorità civili
e religiose degli Stati Uniti, in occasione del 20.mo anniversario del loro sacrificio.
L’Osservatore Romano riferisce della lettera del vescovo di Albany e presidente della
commissione Giustizia e Pace della Conferenza episcopale degli Stati Uniti, mons.
Howard James Hubbard, in cui si sottolinea che i gesuiti erano in missione nel Paese
“per rendere la società più giusta e pacifica, dove i bisogni e i diritti delle persone
sono riconosciuti e rispettati”. “La loro eredità - si aggiunge - continua a essere
incarnata in tanti uomini e donne che ancora cercano un mondo più giusto, pacifico
e sicuro, nel quale la vita e la dignità di tutte le persone siano tutelate”. Il presule
esprime poi la soddisfazione di tutta la conferenza episcopale per l'approvazione
in maniera unanime da parte del Senato degli Stati Uniti di una risoluzione con la
quale si ricorda la morte dei missionari. “Con l'approvazione unanime della risoluzione,
il Senato ha riconosciuto - si legge nella missiva - l'importanza del lavoro nel campo
educativo delle comunità religiose e delle istituzioni cattoliche, come l'Università
Centroamericana in El Salvador, e dei ventotto licei e università dei gesuiti negli
Stati Uniti". Dalla Conferenza episcopale si osserva anche che la risoluzione impegna
il Governo degli Stati Uniti a collaborare con quello di El Salvador e, fra le altre,
con le organizzazioni religiose, nell'attuazione dei progetti contro fame e povertà
e il rispetto dei diritti. I sei religiosi, Ignacio Ellacuría, Ignacio Martín Baró,
Segundo Montes, Armando López, Juan Ramón Moreno e Joaquín López y López, furono
assassinati durante un'operazione contro la guerriglia. La stessa sorte subì una
donna che lavorava nella cucina dell'università, Julie Elba Ramos e la figlia Celina
Mariset. (M.G.)