Egitto: per Amnesty, a rischio frane la metà dei quartieri del Cairo
Circa la metà dei 13,5 milioni di abitanti della Grande Cairo vive in insediamenti
precari costruiti nel deserto o su terreni agricoli soggetti alla perenne minaccia
di frane e altri rischi legati al dissesto idrogeologico. È quanto emerge nel rapporto
"Sepolti vivi. Intrappolati da povertà e diniego negli insediamenti abitativi precari
del Cairo", presentato ieri da Malcolm Smart, direttore del Programma Medio Oriente
e Africa del Nord di Amnesty International. Il documento di Amnesty International
sollecita le autorità egiziane a prendere misure immediate per non ripetere la tragedia
di Al-Duwayqa, un insediamento abitativo precario della zona di Manshiyet Nasser,
nella parte orientale del Cairo, colpito da una frana rovinosa il 6 settembre 2008,
che uccise almeno 107 persone. Amnesty International chiede quindi al governo di intervenire
per scongiurare pericoli nelle 26 "zone insicure" della capitale egiziana e tutelare
il diritto dei residenti alla salute e a un alloggio adeguato. Nel testo si legge
che dopo la frana di Al-Duwayqa, le autorità egiziane si sono attivate rapidamente
per individuare altre zone pericolose nei dintorni. Hanno proceduto alla demolizione
di oltre un migliaio di abitazioni e, nel giro di un mese, hanno fornito un nuovo
alloggio a oltre 1750 famiglie, senza tuttavia concedere il possesso legale e lasciandole
dunque a rischio di futuri sgomberi. Altre famiglie sono rimaste senza casa e, nell'assegnazione
degli alloggi, le donne divorziate o separate dai mariti sono state discriminate.
Alcune famiglie sono state sgomberate a forza, oltre che da Al-Duwayqa, anche da Establ
Antar, un insediamento abitativo precario nella parte meridionale del Cairo. Nella
gran parte dei casi, gli sgomberi sono stati eseguiti in violazione delle procedure
di protezione previste dal diritto internazionale, spesso con poco preavviso e con
l'appoggio delle forze di sicurezza. "Gli abitanti ci hanno raccontato di una vita
fatta di privazione, diniego, insicurezza e minaccia costante di sgombero forzato.
Lo stato deve garantire il loro diritto a un alloggio adeguato e porre fine agli sgomberi
forzati", ha commentato l’esponente di Amnesty Malcolm Smart. L’iniziativa egiziana
rientra nell'ambito della campagna globale "Io pretendo dignità", lanciata nel maggio
di quest'anno da Amnesty International per chiedere ai governi di rispettare il diritto
a un alloggio adeguato. (M.G.)