Delusione al Vertice sull’alimentazione. Il cardinale Napier: fame e guerre da chi
sfrutta l'Africa
Giornata conclusiva, oggi, alla sede Fao di Roma, del Vertice mondiale sull’alimentazione.
Un incontro che si sperava decisivo per stilare i prossimi impegni della comunità
internazionale nella lotta alla fame nel mondo. Per gli aggiornamenti, sentiamo la
nostra inviata alla Fao, Roberta Gisotti:
Chiuso il
Vertice, in un clima dimesso per le aspettative deluse sulla Dichiarazione finale
– stranamente approvata lunedì in apertura dei lavori – in cui tutti i leader del
mondo si sono impegnati genericamente a cancellare al più presto la fame nel mondo.
Ben altro ci si aspettava come aveva auspicato il segretario generale dell’Onu Ban
Ki-moon di dare risposte reali ad oltre un miliardo di persone che non hanno da mangiare,
tanto che ogni 6 secondi muore un bambino cui è negato il cibo per vivere. Di questo
ha parlato stamane il relatore speciale Onu sul diritto all’alimentazione, Olivier
De Schutter, deluso anch’egli dal documento che non affronta questioni vitali per
l’economia alimentare, dominata – ha detto - da concentrazioni private e speculazioni
fuori da ogni controllo sul mercato agricolo. In generale poche idee in questo Vertice,
a parte la dettagliata ed approfondita analisi offerta dal Papa, dove originali argomentazioni
socio-economiche sono state supportate da basi etiche da cui non si può prescindere
se si vuole uscire dalla retorica delle promesse disattese. Stamane è stato fatto
il punto in una conferenza stampa sulla crisi alimentare nel Corno d’Africa, dove
23 milioni di persone versano in situazione di grave bisogno, in gran parte 12 milioni
in Etiopia e 6 milioni in Somalia. Non abbiamo bisogno di parole altisonanti ha detto
il responsabile Fao ma di fatti per sostenere questi Paesi afflitti da siccità, conflitti,
instabilità politiche. Ma per ora solo il 50 per cento dei finanziamenti per lo sviluppo
richiesti dalla Fao è stato stanziato. Per una valutazione finale si aspetta ora la
conferenza stampa di chiusura annunciata per le 14.30. A tirare le fila del Vertice
sarà il direttore generale della Fao, Jacques Diouf, che si è già detto profondamente
rammaricato per la mancanza di impegni finanziari e limiti temporali nella Dichiarazione.
Ma
cosa si può fare per sconfiggere la fame, in particolare in Africa? Tracey McClure
lo ha chiesto al cardinale sudafricano Wilfrid Fox Napier, arcivescovo
di Durban:
R. – I think
there are some emergency situations... Penso ci siano delle situazioni di
emergenza dove non c’è altra scelta se non quella di esercitare, nell’immediato, la
carità nel distribuire ciò che è necessario. Ovviamente ci sono soluzioni a lungo
termine che devono essere attuate. E se si guarda ai Paesi che sono maggiormente colpiti
dalla fame, si vede che la maggior parte di essi è politicamente instabile. Domandiamoci:
perché è permessa questa instabilità politica? Per esempio, la regione orientale della
Repubblica Democratica del Congo è un’area molto ricca, molto fertile, ma c’è gente
che muore di fame e questo principalmente a causa di un conflitto che sembra non finire
mai! La risposta alla nostra domanda è che in questo modo le risorse minerarie di
questa parte dell’Africa possono essere sfruttate senza che ne traggano vantaggio
le popolazioni locali. Altre zone colpite dalla fame sono per esempio alcune regioni
del Kenya e della Tanzania che passano da una siccità all’altra e hanno bisogno di
un intervento di emergenza. Per aiutare davvero l’Africa allora la comunità internazionale
deve rifornirla di acqua: dare gli Ogm, le colture geneticamente modificate, e cose
simili, può essere una soluzione, ma se avessero l’acqua e se l’avessero regolarmente,
allora sì che potrebbero sviluppare un’agricoltura adatta alle condizioni africane:
e con l’acqua la gente sarebbe in grado di nutrirsi meglio di come lo faccia ora.
D.
– Quindi è anche una questione idrica?
R. – Well,
it’s also about not deforesting ... Beh, si tratta anche di bloccare la
deforestazione, perché molto dell’umidità e delle precipitazioni che abbiamo perso
è a causa della crescente deforestazione e quindi della desertificazione che avanza:
anche questo è un problema importante. E penso che questo sia uno degli ambiti in
cui potrebbero convergere i finanziamenti: per cercare di arrestare l’avanzamento
del deserto e in questo modo riconquistare molte delle terre fertili che adesso si
stanno perdendo.