“Autismo informatico”, uno dei disagi giovanili da non sottovalutare
Ottocentomila minori in Italia sono senza cittadinanza; nella regione Lazio il 56,6%
delle famiglie afferma di arrivare a fine mese con difficoltà. Sono solo alcuni dei
dati emersi nell’incontro di lavoro voluto dalla vicepresidente del parlamento europeo,
Roberta Angelilli, con il mondo dell’associazionismo italiano, per fare il punto sulla
condizione delle famiglie e sul disagio minorile. C’era per noi Fausta Speranza:
Capire
la condizione dei minori in Italia e in Europa: questo l’obiettivo di un incontro
durante il quale hanno preso la parola la Comunità di Sant’Egidio e l’Associazione
nazionale famiglie numerose, ma anche tante altre associazioni che si occupano da
vicino di disagio e di minori. Emerge un quadro in cui a preoccupare sono le nuove
forme di povertà di un’immigrazione mal gestita o di famiglie toccate dalla crisi,
ma anche i disagi da eccesso di benessere: l’on. Roberta Angelilli
sintetizza così:
“Abbiamo molto da fare per quanto riguarda la lotta
alle nuove povertà, all’emarginazione, all’esclusione sociale. Ci sono persone che
davvero soffrono e a volte non hanno neanche nulla da mangiare, famiglie che stentano
ad andare avanti quotidianamente. Ma abbiamo anche bisogno di contrastare quella che
il Papa ha definito una povertà in termini valoriali, in termini educativi, formativi.
Noi abbiamo tanti giovani allo sbaraglio perché le famiglie - prese purtroppo da tante
problematiche - non riescono a dare risposte. Abbiamo quindi fenomeni come il bullismo,
in crescente aumento, ma abbiamo anche tanti ragazzi che soffrono di psicopatologie
e di deviazioni del comportamento caratterizzati da ansia, stress, ma anche da bulimia
ed anoressia e quindi da disturbi alimentari. Un altro fenomeno sottovalutato è quello
dell’obesità, che sta diventando una vera e propria emergenza. Questi sono tutti sintomi
conclamati di un forte disagio interiore”.
Per affrontare
concretamente tutto ciò l’impegno non può essere solo nazionale ma a livello europeo.
Ancora Roberta Angelilli:
“Ci vuole un grande sforzo
da parte delle istituzioni, cercando di mettere anche a disposizione delle risorse
finanziarie: le leggi sono importanti, ma bisogna poi sostenere i progetti. E’ necessario
mettere in rete tutti gli operatori e le figure attive che sul territorio sono tanti:
le grandi associazioni, ma anche le associazioni più piccole di volontariato, che
cercano quotidianamente di dare delle risposte. Sicuramente, quindi, è necessario
un budget più importante a partire dall’Unione Europea e una compartecipazione, una
governance di questi processi”.
Non si può dimenticare,
osserva inoltre l'on. Angelilli, il ruolo troppo spesso inadeguato o negativo dei
media:
“Purtroppo, soprattutto i minori e i problemi dei minori sui
media o vengono banalizzati o l’obiettivo è soltanto quello, come si dice, di sbattere
il mostro in prima pagina. Quando c’è il dramma, quando c’è l’emergenza, quando muore
qualcuno o quando c’è qualche scandalo, i media sono attentissimi a demonizzare i
minori. Noi i minori invece li dobbiamo aiutare, dobbiamo accompagnarli in un processo
di crescita formativo e quindi ci vuole più attenzione, più ascolto e meno demonizzazione”.
Tra
le forme di disagio dei giovanissimi c’è “l’autismo informatico”: in pratica la dipendenza
da video, che sia Internet, videogiochi o chat. A denunciarlo è il prof.
Vincenzo Mastronardi, presidente dell’Osservatorio sui comportamenti e
la Devianza dell’Università La Sapienza di Roma:
“L’autismo informatico
ha a che fare con il mono-ideismo, nel senso che una sola idea possiede la propria
mente e si entra in una nevrosi ossessiva. Il rapporto è unicamente con lo schermo
ed è un rapporto peraltro virtuale. Ci si priva di vere possibilità emozionali, quali
quelle che realmente si possono avere a livello interpersonale. Detto questo, però,
non possiamo pretendere di cancellare Internet, di cancellare tutta quella che è l’evoluzione
tecnologica. L’uso equilibrato di questi mezzi va fatto tenendo presente l’evoluzione
fisiologica e positiva e non l'involuzione. Non bisogna lasciarsi prendere la mano
dai mezzi, ma condizionare positivamente i mezzi”.