Comunicato finale dell'Assemblea generale dei vescovi italiani
E’ stato pubblicato oggi il documento finale della 60a Assemblea Generale
dei Vescovi italiani che si è svolta ad Assisi dal 9 al 12 novembre 2009, con la partecipazione
di duecentodue membri e otto vescovi emeriti. Nel corso dell'assemblea è stata pure
approvata la bozza della nota su Chiesa e Mezzogiorno, che sarà pubblicata dopo l’ultima
lettura rimessa al Consiglio episcopale permanente. “I tratti caratteristici del Sud,
come la religiosità popolare, la vivacità educativa e la persistenza della tradizione
associativa – si legge nel comunicato - sono beni a disposizione di tutti, ma non
vanno sottovaluti i segnali di un degrado che non è solo sociale e economico”. Di
qui la necessità di un forte appello alla conversione, per far sì che la nota “non
resti un intervento isolato”, ma si inserisca nella “sfida educativa” al centro degli
Orientamenti Cei del prossimo decennio. Tra i temi affrontati anche quello sul senso
della morte e della vita. “La sensibilità culturale prevalente, si legge ancora nel
testo tende oggi a censurare la morte”, mentre l’esigenza di annunciare la “buona
notizia” della morte e risurrezione di Gesù Cristo è il “primo servizio da rendere
a una sensibilità assopita e dissimulatrice, che coinvolge in particolare le giovani
generazioni in un processo di rimozione collettiva”. Secondo i vescovi, inoltre oggi
“occorre aiutare le persone a guardare in modo meno evasivo alla prospettiva della
fine, considerandola parte integrante dell’esistenza, con l’intento di sollevare lo
sguardo a quanto la speranza cristiana confida al cuore umano. La celebrazione delle
esequie, “momento largamente partecipato anche da chi non crede o non frequenta abitualmente
la chiesa”, per la Cei “rappresenta senza dubbio un’occasione privilegiata per questo
annuncio di speranza”. Nella nuova edizione del Rito delle Esequie – approvato dai
vescovi ad Assisi, e che verrà pubblicato una volta ottenuta l’approvazione (recognitio)
della Santa Sede - sarà inoltre previsto un formulario specifico per quanti scelgono
la cremazione. Ancora la questione antropologica e il tema dei media: la Cei torna
a ribadire come l’attuale contesto mediatico, “segnato dai caratteri del linguaggio
digitale che ormai permeano la cultura in ogni sua espressione”, sia un contesto “inedito”
che “rappresenta una sfida e un’opportunità per l’annuncio cristiano”. Riprendendo
le parole di Benedetto XVI nella “Caritas in veritate”, i presuli invitano a ritrovare
l’integralità di una proposta antropologica, che non separi ma coordini le due facce
della cosiddetta questione antropologica. Infine è stata richiamata l’attenzione
sulla dinamica missionaria e il ruolo dei sacerdoti.Una delle “qualità” fondamentali
del prete è la “misericordia”, di cui, “paradossalmente, proprio la cultura trasgressiva
e intollerante oggi così diffusa sente drammaticamente nostalgia”. “Nonostante circoscritti
casi di contro testimonianza”, riferiscono i presuli a proposito del dibattito svoltosi
ad Assisi, “più voci” di vescovi hanno fatto notare come “la presenza del sacerdote
sia oggi richiesta con speciale attenzione, spesso anche dai cosiddetti lontani”.
(C.S.)