2009-11-16 15:07:56

Somalia: le milizie islamiche attaccano le forze di pace


Almeno sette i morti, tutti civili, dopo l’attacco a una base di peacekeeper africani nell'area nord di Mogadiscio. Gli attentatori fanno parte del gruppo integralista islamico “Shabaab”, ritenuto il braccio armato somalo di Al-Qaeda. Nel sud della Somalia si stanno creando tensioni sempre più profonde per i giochi di potere. Da una parte ci sono gli Shabaab, dall'altra i miliziani di Hisbul Islam, gruppo relativamente più moderato. Secondo un portavoce di Shabaab, alcuni miliziani del fronte di liberazione dell'Ogaden - ampia regione dell'est dell'Etiopia, da cinque anni in guerra contro il governo di Addis Abeba - starebbero combattendo al fianco degli Hisbul Islam; ma il gruppo indipendentista ha smentito ogni coinvolgimento.

Iran-nucleare
La centrale nucleare iraniana di Bushehr, la cui realizzazione è affidata a Mosca, non entrerà in funzione entro la fine di quest'anno, contrariamente a quanto indicato in precedenza. Lo ha annunciato il ministro dell'Energia russo Serghiei Shmatko, assicurando comunque per dicembre prossimo “seri progressi”. L'avvio della centrale di Bushehr, nella parte meridionale dell’Iran, è stato più volte rinviato: secondo alcuni osservatori, tali slittamenti sarebbero legati alle tensioni internazionali sul controverso programma nucleare di Teheran. Ma perché tante attese sul nuovo impianto? Giada Aquilino lo ha chiesto al prof. Riccardo Redaelli, docente di Geopolitica all’Università Cattolica di Milano: RealAudioMP3

R. – I lavori di fatto sono conclusi, la centrale ormai è in ritardo di tantissimi anni. Evidentemente la pressione politica, le tensioni circa il programma nucleare iraniano stanno rallentando, anche se va detto che la centrale di Bushehr produce energia elettrica tramite un impianto nucleare, ma non pone problemi di proliferazione nucleare. I dubbi e le paure della comunità internazionale non riguardano la centrale ma riguardano invece i centri e gli impianti per la produzione di uranio arricchito. In ogni caso è evidente come la Russia non se la senta di avviare questa nuova centrale, fornendo le barre di uranio, mettendole in funzione senza un accordo quadro su tutto il programma nucleare iraniano. D. – Il dibattito sull’arricchimento dell’uranio all’estero è ancora aperto. Intanto, però, la Russia con Medvedev ha esortato da una parte l’Iran a ribadire gli scopi pacifici del programma nucleare e dall’altra prosegue a costruire questa centrale nonostante le preoccupazioni internazionali. Che linea è quella di Mosca?
 
R. – È una linea che qualcuno definisce ambigua. Ultimamente a me sembra meno ambigua e più moderata. Non chiude una porta in faccia all’Iran; ha sempre cercato di trovare delle “exit strategy”, delle possibili soluzioni che non umiliassero Teheran. Ma, allo stesso tempo, inizia a mostrare un certo fastidio per i tatticismi iraniani, per i continui cambi di rotta. L’ultimo accordo che riguardava l’arricchimento dell’uranio, trasportare uranio arricchito all’estero proprio con le garanzie russe, era una soluzione che è stata fatta accettare a fatica agli americani ed anche ad altri Paesi. Gli iraniani prima hanno accettato ed ora sembrano essere orientati verso un rifiuto. Tutto questo ovviamente non facilita neanche gli amici di Teheran e di tutti quelli che cercano un compromesso che rassicuri la comunità internazionale ma non umili Teheran.
 
Quinto attentato in una settimana in Pakistan: 3 morti e 20 feriti
Almeno tre persone sono morte, mentre altre 20 sarebbero rimaste ferite, a causa di un'autobomba esplosa questa mattina in Pakistan contro un posto di polizia. L'attentato, il quinto in una settimana nel Paese asiatico scosso dalle violenze dei talebani legati ad Al Qaeda, è avvenuto nei pressi della base aerea militare di Badaber, nel distretto di Peshawar, al confine con l'Afghanistan. Il posto di polizia è stato in gran parte distrutto dalla deflagrazione, che ha lasciato sul suolo un cratere di circa tre metri di profondità.

Almeno 3 morti in Afghanistan per un attacco al mercato di Tagab
Almeno tre afghani sono morti ed una trentina sono rimasti feriti in un attacco al mercato di Tagab, nell'est dell'Afghanistan, poco lontano dal luogo dove si stava tenendo una riunione tra rappresentanti dell'esercito francese e personalità locali. Secondo quanto riferito oggi dallo stato maggiore francese a Parigi, tra i morti ci sarebbero bambini. Almeno una decina di feriti sono gravi. Tutte le vittime sono afghane. L'attacco, hanno riferito le autorità francesi, si è verificato mentre era in corso una “shura”, un'assemblea tra personalità locali, in presenza del comandante delle forze francesi nell'est del Paese, il generale Marcel Druart. La riunione, è stato precisato, doveva “fare il punto sulle missioni delle forze di coalizione e avviare dei progetti di sviluppo”.

L’oro sfonda quota 1.129 dollari sui mercati asiatici
Ancora un record per l'oro, che sui mercati asiatici sfonda quota 1.130 dollari. Il metallo prezioso è salito fino a 1.130,43 dollari, per poi ripiegare intorno a quota 1.129. A pesare, secondo l'agenzia Bloomberg, è la speculazione su un ulteriore calo del dollaro.
Nigeria: primi colloqui di pace nel Delta del Niger
Si sono svolti nel fine settimana ad Abuja, capitale della Nigeria, i primi colloqui formali nell’ambito del processo di pace tra il presidente Umaru Yar'Adua e il principale gruppo della ribellione per l’Emancipazione del Delta del Niger (Mend). Gli incontri si sono tenuti a distanza di due settimane dall’annuncio di una tregua “a tempo indeterminato” da parte dei ribelli. Secondo il quotidiano “This Day”, i termini di una possibile soluzione sarebbero stati raggiunti il mese scorso, quando il presidente Yar'Adua si è offerto di destinare fino al 10% dei proventi petroliferi alle comunità del delta del Niger. In armi dal 2006, il Mend sostiene di lottare per una più equa ripartizione dei profitti petroliferi del Delta, dai cui benefici sono finora rimaste escluse le popolazioni locali.

Kosovo: alle amministrative vince il Pdk
In attesa dei risultati ufficiali, in Kosovo rivendica la vittoria il Partito democratico (Pdk), del premier Hashim Thaci. Le prime elezioni dopo l’indipendenza dalla Serbia nel febbraio del 2008, hanno dato buon esito in almeno 20 dei 36 comuni in cui si è votato ieri. La Lega democratica del Kosovo (Ldk), del presidente Fatmir Sedjiu, alleata del Pdk al governo, afferma di aver vinto nella capitale Pristina e in molte altre municipalità. Secondo la Commissione elettorale, ha votato il 45.36% del milione e mezzo di elettori. Le elezioni sono state invece disertate dalla minoranza serba, specie al nord, dove la partecipazione è stata fra lo 0,2 e il 2,4%. Secondo la commissione elettorale, 22 dei 74 partiti in lizza nel Paese sono serbi.

Myanmar: Aung San Suu Kyi chiede un incontro con il capo della Giunta
Il premio Nobel e leader dell'opposizione birmana Aung San Suu Kyi, agli arresti domiciliari da tempo nella sua casa nella capitale Rangoon, ha scritto una lettera per chiedere un incontro con il capo della giunta al potere. Datata 11 novembre, la missiva di cui è entrata in possesso l'agenzia Reuters, afferma che Suu kyi, 64 anni, ha richiesto un incontro con il generale Than Shwe, per poter collaborare con la giunta nell'interesse del Paese, stabilendo così una linea di comunicazione con il governo. La notizia della lettera giunge dopo che il presidente americano Barack Obama aveva prospettato alla giunta un miglioramento delle relazioni se avesse condotto riforme democratiche e liberato i prigionieri politici, in particolare Suu Kyi. “Vorrei chiedervi caldamente di incontrarvi affinchè possiamo parlare di cooperazione con il Consiglio di Stato per la Pace e lo Sviluppo (la giunta al potere ndr) per lavorare nell'interesse della nazione”, scrive Suu Kyi. Se avvenisse, si tratterebbe del primo incontro tra l'uomo forte del potere birmano e Suu Kyi dall'arresto del 2003.

Accordo Start-1 prorogabile fino a nuovo accordo
L'accordo Start-1 sulla riduzione degli arsenali nucleari, che scade il 5 dicembre, può essere esteso finché Russia e Usa raggiungeranno un nuovo accordo: lo ha detto un rappresentante del dipartimento stampa del ministero degli esteri russo, come riferisce l'agenzia Interfax. “È giuridicamente possibile prorogare il vecchio trattato fino alla firma e alla ratifica del nuovo accordo”, ha dichiarato la fonte. Ieri i presidenti russo e statunitense, Dmitri Medvedev e Barack Obama, avevano ribadito la volontà di firmare un nuovo accordo entro dicembre.

Cecenia: partito il primo volo internazionale dopo 15 anni
È partito questa mattina il Boeing 757 con 200 pellegrini diretti in Arabia Saudita. Si tratta del primo volo internazionale in partenza dall'aeroporto della capitale cecena, dopo 15 anni. “Non ho parole per esprimere la mia gioia, sono molto contento che finalmente gli abitanti della nostra repubblica si possano spostare dove vogliono, e soprattutto sono molto felice che questo primo volo li porti in un terra santa”, ha detto il presidente della Cecenia Ramzan Kadyrov. Sono previsti altri sette aerei per trasportare circa duemila pellegrini nelle città sante di Mecca e Medina. La scorsa settimana il governo russo ha accordato all'aeroporto di Grozny lo status di aeroporto internazionale. (Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza e Chiara Pileri)

Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIII no. 320
 
E' possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del sito www.radiovaticana.org/italiano.







All the contents on this site are copyrighted ©.