Le Chiese cristiane in Scozia preoccupate dalla depenalizzazione del suicidio assistito
I leader delle tre principali Chiese della Scozia: cattolica, presbiteriana ed episcopaliana,
hanno incontrato recentemente il primo ministro scozzese Alex Salmond per esprimere
le loro preoccupazioni sulla recente depenalizzazione del suicidio assistito nella
vicina Inghilterra. Il timore è che le nuove disposizioni possano essere ora introdotte
anche nell’ordinamento giuridico scozzese, che è autonomo da quello inglese. “Restiamo
contrari all’aiuto al suicidio e non vogliamo più vedere misure il cui scopo è di
banalizzare questa pratica”, ha puntualizzato dopo l’incontro all’agenzia Eni il pastore
presbiteriano Alexander Horsburgh. Le nuove direttive sono state pubblicate in Inghilterra
e Galles lo scorso mese di settembre dopo la battaglia legale vinta da Debbie Purdy,
una donna malata di sclerosi multipla che si era rivolta ai giudici per sapere quale
sarebbe stato il destino del marito nel caso in cui questi l’avesse aiutata ad andare
all’estero per un suicidio assistito. Esse stabiliscono che una persona che aiuta
a morire un malato terminale non è penalmente perseguibile se non si può dimostrare
che ha agito per ottenere un vantaggio economico personale. Il suicidio assistito
resta comunque ancora un reato nel Regno Unito, ai sensi della legge del 1961. Nel
luglio scorso la Camera dei Lord britannica ha rigettato una proposta di legge per
renderlo legale. Contro la legalizzazione e la depenalizzazione del suicidio assistito
si sono mobilitati in questi mesi i vescovi inglesi, gallesi e scozzesi e i movimenti
pro-vita, ma anche la Chiesa anglicana e la comunità ebraica. In una dichiarazione
congiunta lo scorso luglio, l’arcivescovo cattolico di Westminster, mons. Vincent
Nichols, il Primate anglicano Rowan Williams e il Grande Rabbino d’Inghilterra Jonathan
Sacks hanno evidenziato il pericolo che essa possa tradursi in una sorta di istigazione
al suicidio verso le persone più vulnerabili che potrebbero convincersi, o essere
convinte da altre, ad anticipare la propria morte. (L.Z.)