Il cardinale Rouco Varela ricorda la figura di Caballero de Gracia
“Non è utile per nessuno e neanche per la società dimenticare il Vangelo". Così ieri
l'arcivescovo di Madrid, cardinale Antonio Maria Rouco Varela, presidente della Conferenza
episcopale spagnola, nella messa nella chiesa Real Oratorio Caballero de Gracia che
si trova nel centro di Madrid. La funzione è stata celebrata in occasione del quarto
centenario della nascita della “Congregación Eucarística Caballero de Gracia", fondata
dal celebre sacerdote italiano Jacobo Trenci, alla fine del XVI secolo, e che venne
detto appunto “Caballero de Gracia”. Proprio il religioso fu molto popolare nella
sua epoca e della sua figura restano importanti tracce anche nella musica e nella
letteratura. Il cardinale Rouco Varela, ricordando alcuni insegnamenti dell’enciclica
di Benedetto XVI “Deus caritas est”, ha osservato che spesso accade che “al momento
di vivere l'impegno sociale si dimentica il diritto alla vita”. “La vita si deve dare
e non togliere – ha aggiunto il porporato - soprattutto nel caso degli esseri umani
innocenti". Meditando sulla ricorrenza, in particolare sulla figura di Caballero de
Gracia, “che seppe abbracciare con amore immenso la Croce di Cristo”, il cardinale
Rouco Varela ha osservato che "l'uomo si trova oggi davanti ad un futuro certo e non
incerto" come possono pensare alcuni. Caballero de Gracia ha infatti lasciato un'eredità
importante a tutti poiché, ha spiegato il presidente dei vescovi spagnoli, egli "fu
un uomo caritatevole" capace di ispirare "grande unità spirituale” e già quattro secoli
fa “di promuovere l'unità dei regni della Spagna" con opere di carità, nella "prospettiva
della grande lezione morale del Vangelo". (A cura di Luis Badilla)