2009-11-16 14:29:48

Il cardinale Kasper: cattolici e anglicani rilanciano il desiderio comune del dialogo


La Costituzione apostolica sugli anglicani che desiderano entrare in piena comunione con la Chiesa cattolica “si comprende a partire dal Concilio e dai dialoghi diretti che ha suscitato”. “Oggi gli unici ostacoli al dialogo ecumenico possono venire dalle tensioni interne al mondo anglicano”. E’ quanto sottolinea in un’intervista rilasciata all’Osservatore Romano il cardinale Walter Kasper, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani. Il servizio di Amedeo Lomonaco:RealAudioMP3

La prossima visita a Roma dell’arcivescovo di Canterbury Rowan Williams, primate della Comunione anglicana, “dimostra che non c’è stata alcuna rottura.” Viene rilanciato “il desiderio comune di parlarsi in un momento storico importante”. Sulla possibilità di un ravvicinamento – aggiunge il porporato - c’erano già grandi speranze durante il Concilio. Le aspettative, però, sono andate “un po’ deluse, soprattutto di recente, per via di alcuni sviluppi interni alla Comunione anglicana”. Si sono susseguite, infatti, “l’ordinazione delle donne al presbiterato e poi all’episcopato, la consacrazione di un vescovo omosessuale, la benedizione di coppie dello stesso sesso”. Si tratta di “scelte – fa notare il cardinale Walter Kasper - che hanno provocato gravi tensioni interne al composito mondo anglicano”. Si è anche “allargato il fossato con i cattolici”.

 
Il porporato si sofferma quindi sulla la genesi e sul significato della nuova Costituzione apostolica: “Un gruppo di anglicani ha chiesto liberamente e legittimamente di entrare nella Chiesa cattolica”. La richiesta è stata inoltrata al Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani. La Congregazione per la Dottrina della Fede, competente in materia, ha preparato il testo della Costituzione. Benedetto XVI – osserva il cardinale Walter Kasper – “ha indicato una strada, ha offerto una possibilità concreta che non è contraria all’ecumenismo”. “Proprio i pazienti confronti ecumenici hanno mostrato che c’è già un ponte che ci unisce, una vicinanza tale da poter compiere un passo così importante”. E’ invece ridicolo pensare, come ha osservato qualche commentatore, che con questa decisione il Papa voglia “allargare il suo impero”. In tutti i cristiani è ormai un dato acquisito che il Santo Padre “vuole continuare i dialoghi ecumenici così come sono stati generati dal Concilio Vaticano II”.

 
Per il presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani “è fisiologico che ci siano non piccoli problemi da risolvere in una questione così delicata”. Per prima cosa si deve sapere “concretamente quanti sono gli anglicani decisi a cogliere questa opportunità”. Il porporato invita ad essere realistici: “Si deve vedere caso per caso chi sono queste persone”. Per il cardinale Walter Kasper non ci sono poi punti da chiarire sulla questione del celibato sacerdotale: “E’ evidente che soltanto vescovi e sacerdoti già ad oggi ordinati possono restare sposati e che questo, di norma, non varrà nel futuro per i seminaristi”.

 
Il porporato sottolinea, inoltre, che la prossima visita del primate della Comunione anglicana sarà un’occasione per fare il punto sulla nuova Costituzione apostolica. L’arcivescovo di Canterbury sarà a Roma dal 19 al 22 novembre per partecipare giovedì prossimo, nella sede della Pontificia Università Gregoriana, all’incontro dedicato al cardinale Johannes Willebrands nel centenario della nascita. L’evento centrale della visita è previsto il 21 novembre, quando Benedetto XVI incontrerà il primate della Comunione anglicana. L’arcivescovo Rowan Williams - conclude il cardinale Walter Kasper - porterà una testimonianza ecumenica e con ogni probabilità “parlerà proprio dello sviluppo indiscutibilmente positivo dei rapporti tra anglicani e cattolici dopo il Concilio”.







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