Si apre domani a Roma il Vertice mondiale sull'alimentazione: attesa per l'intervento
del Papa
Vigilia del Vertice mondiale sull’alimentazione, che si aprirà domani a Roma, nel
Palazzo della Fao. Attesa per l’intervento del Papa, che verrà trasmesso in diretta
su RaiUno a partire dalle ore 11. In segno di solidarietà con tutti gli affamati nel
mondo, il direttore generale della Fao, Jaques Diouf, ha osservato ieri una Giornata
di digiuno estendendo l’invito a chiunque voglia dire no a questa ingiustizia ed oggi
si è unito all’iniziativa il segretario generale dell’Onu Ban ki-Moon. In vista dei
lavori è stato presentato, nei giorni scorsi a Roma, il rapporto “La sfida della Fame
2009”, curato dall’Istituto internazionale di ricerca sulle politiche alimentari (Ifpri)
di Washington. Il servizio di Roberta Gisotti:
Mentre la
crisi finanziaria internazionale sembra essere entrata nella fase discendente, la
crisi alimentare globale, che ha visto i prezzi delle derrate agricole salire in modo
vertiginoso - specie nei Paesi più poveri del sud est asiatico e dell’Africa sub-sahariana
- non accenna a diminuire, ammonisce il rapporto. Basti citare la Somalia, dove quest’anno
i costi dei prodotti alimentari hanno registrato impennate del 400 per cento, mettendo
in ginocchio intere popolazioni già colpite da conflitti e povertà diffusa. La ripresa
economica internazionale e la conseguente crescita dei prezzi petroliferi potrebbe
comportare un ulteriore crescita dei prezzi riducendo l’accesso al cibo, con il rischio
di carestie diffuse. Lo studio è stato pubblicato in Italia dall’associazione Link2007,
che raggruppa 11 tra le più importanti organizzazioni non governative. Non si tratta
di promuovere un’iniziativa culturale - ha spiegato ai nostri microfoni il presidente
di Link2007, Arturo Alberti - ma piuttosto di offrire una fotografia
di una realtà drammatica che ci commuove e di cercare insieme delle risposte. Non
ci scoraggiamo allora - ha detto - davanti a questi dati per non dimenticare il lato
umano della lotta alla fame nel mondo. R. – Sì, perché noi essendo
organismi di volontariato e di cooperazione, che vivono in mezzo alla gente, siamo
interessati alle statistiche per sapere cosa bisogna fare, ma siamo soprattutto appassionati
al destino delle persone che incontriamo. E quando vediamo che soffrono, che sono
abbandonate, che sono emarginate, dentro di noi scatta una responsabilità, un desiderio
di far qualcosa. D. – Questo rapporto sarà portato all’attenzione
del prossimo vertice della Fao. Che cosa si chiede ai leader mondiali, soprattutto
quelli dei Paesi più ricchi e industrializzati? R. – Di guardare
alla cooperazione e allo sviluppo dei popoli come ad un’opportunità nel terzo millennio.
O andremo tutti insieme verso una condizione di vita migliore, verso la pace e verso
la convivenza civile, o non ci potremo andare in un piccolo gruppo di uomini. Quindi,
noi chiediamo ai grandi capi di Stato che prendano coscienza della necessità, non
di dare qualche soldo in più o qualche soldo in meno, secondo le circostanze, ma di
assumersi la responsabilità dello sviluppo. Al Vertice mondiale
sono attese delegazioni di 150 Paesi e almeno 60 capi di Stato e di governo, in massima
parte – si dice - provenienti da Paesi arabi e africani, ma non si conosce la lista.
Intanto sono già arrivati ieri a Roma il presidente del Brasile Lula e dello Zimbabwe
Mugabe, ed oggi è in corso un pre Vertice in rosa, di first lady dei Paesi non allineati,
guidato dall’Egiziana Suzanne Mubarak. La speranza è che il Vertice mondiale alimentare
non si risolva in una passarella di leader con mogli e affollate delegazioni al seguito,
con ingenti costi di viaggio, soggiorno e misure di sicurezza, senza ancora una volta
beneficio per oltre un miliardo di persone che non hanno cibo per vivere.