Incidenti stradali: tra le cause principali alcol, stupefacenti e velocità
Si celebra oggi la ''Giornata Mondiale del Ricordo delle Vittime della Strada''. Tante
le iniziative anche in Italia per un fenomeno che il presidente della Repubblica Giorgio
Napolitano ha definito drammatico e che coinvolge soprattutto i giovani. In Europa
la situazione non è migliore: è fallito l’obiettivo di dimezzare il numero delle vittime
entro il 2010 e l’Italia resta agli ultimi posti, nonostante quest’anno ci sia stato
un calo importante della mortalità del 7,8%. Lo spiega Carmelo Lentino, presidente
della Campagna nazionale per la sicurezza stradale Basta un attimo, al microfono
di Gabriella Ceraso:
R. – Effettivamente,
la mortalità diminuisce dell’8 per cento ma l’attenzione deve rimanere ancora alta
perché sono sempre 13, in media, le persone che ogni giorno muoiono sulle strade italiane. D.
– Secondo gli ultimi dati, i sinistri più gravi sono quelli riguardanti le strade
extra urbane; luglio è il mese 'nero' e il venerdì il giorno con più incidenti. Quale
fascia d’età è la più colpita? R. – Oltre il 50 per cento dei
morti sono giovani di età compresa tra i 16 ed i 35 anni, persone che abitualmente
durante il fine settimana usano alcolici, in alcuni casi sostanze stupefacenti, ma
soprattutto a cui piace correre. E’ ovvio che ci sono vittime inconsapevoli, cioè
persone che si trovano coinvolte nell’incidente senza avere alcun genere di responsabilità. D.
– Quindi, possiamo dire che i comportamenti scorretti sono la causa principale dei
sinistri? R. – Sì, nella maggior parte dei casi: l’alcol o sostanze
stupefacenti, la velocità, le cinture di sicurezza non allacciate, ma anche l’utilizzo
del cellulare. D. – Eppure, in Italia non mancano né le campagne
di informazione né tanto meno la presenza di tutor, di autovelox … Che cosa resta
ancora da fare? R. – Secondo me, ci vorrebbe una maggiore percezione
reale del controllo sul territorio: maggiori controlli, controlli più coordinati.
Ci sarebbe la necessità di una cabina di regia, proprio con funzioni di coordinamento. D.
– Qual è la situazione nel contesto dell’Europa? Quali sono gli obiettivi? R.
– L’obiettivo dell’Europa, emanato nel 2003, fissava di dimezzare le vittime sulla
strada entro il 2010. E’ un obiettivo che non sarà pienamente raggiunto: in Italia
in modo più marcato, in altri Paesi in modo un po’ meno marcato. Pare che per gli
Stati membri la diminuzione media di mortalità si attesti tra il 30 e il 40 per cento.
Quello che a livello europeo dovrebbe essere fatto è uniformare norme più stringenti,
quindi anche inasprimento delle sanzioni per chi – ad esempio – si mette alla guida
sotto l’effetto di alcol o sostanze stupefacenti, ma anche – dall’altro lato – nell’investire
o re-investire in sicurezza stradale.