2009-11-14 15:24:11

Simposio a Valencia sui valori spirituali per prevenire i suicidi


1% della popolazione mondiale muore per suicidio, si tratta di quasi la metà di tutte le morti violente; in numeri, quasi un milione di vittime l'anno. Queste stime agghiaccianti sono state rese note nel corso del primo simposio dell'Osservatorio del Lutto dell'Associazione Viktor E. Frankl, svoltosi il 6 e il 7 novembre presso l'Ateneo Mercantile di Valencia sul tema "Suicidio e Vita. Da e contro la memoria... verso il senso". L’evento – di cui ci riferisce l'agenzia Zenit - è stato scelto da diversi medici e psicologi che si occupano di questo fenomeno per ribadire l'importanza di prendere in considerazione i valori spirituali dell'essere umano come fattore preventivo. Così Jordi Font della Fondazione Vidal i Barraquer di Barcellona: "La psicanalisi e la neuroscienza, che fino a poco tempo fa erano divergenti rispetto alla spiritualità, stanno confluendo verso uno stesso punto comune: l'essere umano è destinato a trascendere se stesso". È importante, ha insistito, promuovere un cambiamento nella nostra società verso valori più profondi e spirituali sia della vita che dell'essere umano. Lo psicologo aggiunto del Servizio di Ematologia dell'Ospedale universitario La Paz di Madrid, Javier Barbero, ha invece parlato del lutto, osservando che dopo il suicidio di una persona cara si deve modificare la comune esperienza di colpa. L'esperto ha quindi spiegato che l'obiettivo del lutto è "congedarsi da un tipo di relazione che ostacola la persona per arrivare a un altro più creativo". "Dobbiamo aiutare chi soffre a non immergersi nella colpa", ha affermato, e per questo "bisogna aiutare a riconciliarsi con i propri limiti". Per questo motivo la persona che accompagna un lutto di questo tipo deve "sostenere il dolore, il che presuppone accogliere l'esperienza della sofferenza e gestire il dolore stesso". In questo senso, un altro degli esperti intervenuti al simposio, il docente di Psicobiologia dell'Università di Valencia Vicente Simón, ha presentato i benefici della metidazione chiamata mindfulness dopo la morte di una persona cara. "Le emozioni che appaiono sono così dolorose che la nostra mente tenta di fuggirne - ha spiegato -. Al contrario, la meditazione consiste nel mantenerci presenti nell'emozione, prendendone coscienza. Come se avessimo tra le braccia un bambino che piange, abbracciamo la nostra emozione finché si calma". Simón ha anche paragonato l'esperienza della morte di una persona casa all'immagine di una collana di perle che si rompe. "Come restiamo senza il filo che le univa, rimaniamo senza un senso, con frammenti sciolti che dobbiamo tornare a unire", ha dichiarato. L'esperto ha quindi sottolineato i passi che devono essere compiuti in questo processo: provare dolore, perdonare, accettare e amare, ringraziare e dire addio. Allo stesso modo, ha esortato a non resistere alla realtà, passato l'impatto iniziale, e ha portato come esempio l'atteggiamento di accettazione di Gesù Cristo al momento della sua morte, chiedendo che fosse fatta non la sua volontà, ma quella del Padre. Simón ha infine sottolineato l'importanza di sviluppare l'autocompassione, la capacità di dare affetto e amore a se stessi in qualunque circostanza, "che nel lutto per il suicidio risulta di grandissimo aiuto". (M.G.)







All the contents on this site are copyrighted ©.