Seminario internazionale sul sacerdozio promosso dai Focolari
Contribuire alla riflessione teologica sull’identità del sacerdote nella Chiesa e
nel mondo d’oggi, in corso in quest’ Anno Sacerdotale. Questo lo scopo del Seminario
teologico internazionale: “Il ministero del presbitero nella Chiesa popolo di Dio”,
promosso dall’Istituto Universitario Sophia di Loppiano e dal Movimento sacerdotale
del Movimento dei Focolari, che si è svolto nei giorni scorsi ad Ariccia (Roma). 45
studiosi provenienti da 19 nazioni si sono interrogati sulle questioni più attuali
della vita sacerdotale. Tra i relatori, donHubertus Blaumeiser, responsabile
del Centro sacerdotale dei focolari e consultore della Congregazione per l’educazione
cattolica. Adriana Masotti gli ha chiesto quale identità e quale ruolo del
presbitero è emersa dal Convegno: R.
– Quello che il mondo di oggi innanzitutto cerca è un esempio di comunità. Quindi,
quello che occorre prima di tutto è una Chiesa che sia viva e che sia testimone di
rapporti rinnovati di dono reciproco. A servizio di questo sacerdozio comune c’è il
sacerdozio ordinato, il ministro, il quale ha proprio il compito, in mezzo al popolo,
di rendere presente Gesù che dà vita al suo popolo. L’identità del sacerdote, perciò,
è veramente importante, fondamentale, però deve essere all’interno e al servizio del
popolo.
D. – Questo tema della comunità, della relazione
è stato sottolineato fortemente all’interno del convegno…
R.
– Sì. Innanzitutto per un motivo teologico, perché la Chiesa porta la vita della Trinità
sulla terra; tutti i membri della Chiesa, quindi, sono in relazione tra loro. Ma c’è
anche un motivo molto concreto: nella società di oggi se il sacerdote non vive in
relazione con gli altri sacerdoti ed anche con la sua comunità e se questa comunità
non è viva, la sua vita diventa davvero difficile. Noi invece vediamo che delle comunità
vere, non soltanto sostengono i sacerdoti, ma irradiano anche il Vangelo e attraggono
le persone anche nel mondo di oggi.
D. – Un tema
di cui si parla spesso, anche Benedetto XVI ne parla nei suoi incontri con i sacerdoti,
con i vescovi, è quello della formazione per i presbiteri. Quale formazione è emersa
dal vostro convegno?
R. – In effetti, davanti alle
sfide che il mondo di oggi pone alla vita della Chiesa ed anche alla vita dei sacerdoti,
ci vuole una formazione ancor più profonda. Questa formazione dev’essere innanzitutto
una formazione ad essere cristiani veri, quindi una formazione ad una vita del Vangelo,
nella concretezza, che uno sappia raccontare di come lui concretamente vive il Vangelo.
Poi dev’essere una formazione ai rapporti, perché è attraverso questi rapporti di
donazione che si può comunicare l’essenza del Vangelo, che è appunto l’amore. Poi,
su questo si basa naturalmente la formazione a quel ministero specifico che un sacerdote
ha da svolgere.
D. – Mi viene da dire che un sacerdote
dev’essere prima di tutto un cristiano e poi un sacerdote…
R.
– Sì, proprio così. Dev’essere innanzitutto un cristiano. Il sacerdote dev’essere
poi un testimone prima che un maestro.