2009-11-14 15:26:18

Argentina: documento dei vescovi sulle emergenze sociali


Con lo sguardo sulle celebrazioni del bicentenario dell’Indipendenza i vescovi argentini hanno terminato ieri la loro assemblea plenaria pubblicando un documento in cui incoraggiano tutti alla pratica “della giustizia e della solidarietà” poiché, scrivono, “siamo fratelli ma vogliamo essere una nazione”. I presuli chiamano tutti a “percorrere un cammino basato sul dialogo e sulla ricerca dei consensi e accordi che possano confluire in politiche pubbliche” sulle quali costruire “un vero progetto di nazione” . I vescovi constatano però l’esistenza di “un clima sociale lontano da queste sane aspirazioni del popolo” e in particolare manifestano la loro preoccupazione per “violenza verbale e fisica nella politica e fra settori sociali”, “mancanza di rispetto per le persone e istituzioni”, intolleranze che “limitano la libertà di espressione”. Una riflessione speciale è dedicata nel documento “alla situazione di povertà drammatica” per molti argentini anche se riconosceno che alcune misure importanti sono state prese. “Ma è necessario raggiungere strutture più giuste - ribadiscono - che consolidino l’ordine sociale, politico ed economico con equità e partecipazione”. I presuli esprimovo inoltre vicinanza e solidarietà nei confronti di coloro “che spesso non trovano facilmente i mezzi per assicurare e soddisfare i propri legittimi bisogni”. Ad ogni modo, precisano i vescovi argentini, “occorre tener sempre in considerazione che la democrazia si rinforza nel rispetto delle istituzioni repubblicane”. Nel fondo, osservano, va riconosciuta l’esistenza di una radice ultima di questa realtà: “la crisi culturale, morale e religiosa in cui siamo immersi”. Per i presuli è una cultura imperante, relativista, “corrode il senso della verità, accentua l’individualismo” accrescendo l’indifferenza nei confronti dell’altro e finisce per creare la “rassegnazione di fronte alla povertà e all’esclusione”. Per i vescovi si può parlare di “crisi morale poiché, scrivono, si sono indeboliti i valori fondamentali della convivenza familiare e sociale. La volontà non si mobilita tanto per il senso del servizio e della solidarietà, quanto invece per il senso che dà il piacere del momento”. I presuli ricordano che il “debito pubblico non è solo un problema economico o statistico”. È primariamente, spiegano, “un problema morale che colpisce la nostra dignità più essenziale”. Prima di concludere i vescovi parlano anche della crisi religiosa causata dal fatto di “non tenere in conto sufficientemente Dio, come Creatore e Padre, fondamento della vera fratellanza e di ogni ragione e ogni giustizia”. La Conferenza episcopale argentina si congeda dai fedeli chiedono preghiere per le nuove autorità politiche, elette pochi mesi fa, che assumeranno le loro cariche il 10 dicembre prossimo ed esortano tutti a ricordare sempre che la “Patria è un dono di Dio” che ogni argentino deve sapere “custodire e perfezionare”. (A cura di Luis Badilla)







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