Appello del cardinale Majella Agnelo per una riforma morale in Brasile
Le preoccupazione per un Brasile che vive il paradosso di uno sviluppo economico senza
precedenti che non riesce a ridistribuire i benefici in tutte le fasce della popolazione
e la necessità di una riforma morale della classe dirigente del Paese, sono espresse
nella lucida analisi contenuta nell’articolo inviato alla Zenit dal cardinale Geraldo
Majella Agnelo, arcivescovo di San Salvador di Bahia. Il porporato prende atto che
“in questi ultimi anni, si sono accese nuove speranze sul fatto che il futuro fosse
più vicino”. “La scoperta di nuovi giacimenti petroliferi lungo le coste del Paese,
la prospettiva di realizzare le Olimpiadi a Rio de Janeiro, la simpatia internazionale
per il Brasile, tra le altre cose, simboleggiano questo avvicinamento al futuro”,
ha spiega nel articolo il cardinale, invitando subito dopo a guardare alla “dura realtà”
che, tuttavia, “sembra interrompere questo sogno tanto accarezzato”. L’arcivescovo
di San Salvador di Bahia denuncia le problematiche del crimine organizzato, della
violenza, del sistema di istruzione pubblica che “non è capace di dare agli adolescenti
poveri la speranza di una vita degna e dell'accesso al mercato del lavoro, lasciandoli
allo stadio di una semianalfabetizzazione”. Questi problemi, ricorda il Cardinal
Agnelo, “sarebbero sfide facilmente superabili se la classe dirigente avesse una coscienza
all'altezza della situazione”. I parametri che orientano la condotta di coloro che
hanno le maggiori responsabilità sociali sembrano, invece, essere solo “il denaro,
la lussuria e il potere”. Si nota dunque “un grave sfasamento tra le sfide e la maturità
della coscienza degli uomini e delle donne che devono affrontarle. Emerge un deficit
di responsabilità, l'incapacità di rispondere alla Nazione”. Secondo il porporato,
si tratta di un contesto che “costringe il Brasile a rimandare al futuro la realizzazione
del sogno di uno sviluppo integrale, sostenibile, capace di includere le fasce povere
della popolazione nella vita degna attraverso il lavoro”. Per questo, “è necessaria
una riforma morale che interessi ogni persona, a tutti i livelli di responsabilità
sociale”. Per questo, “le devozioni moderne devono essere messe da parte, perché ciascuno
possa ritrovare la fonte del bene, la sorgente della dignità, l'origine dell'ideale
in Gesù Cristo e nel suo Vangelo”. La “vera responsabilità”, sostiene infine il Cardinale,
“inizia quando la persona, riconoscendo questa fonte di dignità e di pace, di giustizia
e di bene, dice: Tu. Tu, Signore. Io Ti rispondo. Con le mie azioni, con i miei piani
e i miei progetti, io Ti rispondo”. (M.G.)