Al via questa mattina il primo tour del presidente statunitense Barack Obama in Asia.
Quattro le tappe: Giappone, Singapore, Cina e Corea del Sud. Un banco di prova importante
per l’inquilino della Casa Bianca che affronterà questioni di primo piano, tra le
quali la crisi economica, lo sviluppo della Cina e la questione del nucleare nordcoreano.
Come definire, dunque, questo viaggio? Salvatore Sabatino ne ha parlato con
Francesco Sisci, corrispondente del quotidiano "La Stampa" da Pechino:
R. – E’ certamente
un viaggio molto importante perché, proprio dall’Asia, è cominciata la ripresa economica
dopo i primi sei mesi di quest’anno e con dei segnali molto positivi in molti di questi
Paesi. Ma anche perché qui - specialmente in Giappone e in Cina - si trovano i maggiori
creditori americani e perché Giappone e Cina sono fondamentali per accertare che il
debito americano continui ad avere acquirenti e che, quindi, la ripresa americana
possa essere avviata in maniera solida.
D. – Washington
è perplessa dal nuovo corso in politica estera intrapresa da Tokyo, il cui governo
di centro-sinistra è per una convinta posizione di autonomia dalle scelte americane...
R.
– Probabilmente molti di questi annunci e di questi slogan sono stati di effetto elettorale.
C’è un problema strategico importante e, cioè, la vicinanza sempre maggiore tra Washington
e Pechino; questo crea, in qualche modo, anche un avvicinamento tra Tokyo e Pechino
stessa. Si tratta di bilanciare questo delicato triangolo e far sì che tutti e tre
i lati del triangolo si avvicinino più o meno alla stessa distanza e più o meno con
gli stessi tempi. E’ un processo certamente delicato, ma certamente importante per
tutti e questo perché sono le prime tre economie del mondo.
D.
– La Cina è diventata un attore importantissimo sulla scena geopolitica internazionale.
Si parla sempre più spesso di uno spostamento dell’asse politico-economico verso Pechino.
Quali saranno ora le mosse della Casa Bianca su questo fronte?
R.
– E’ chiaro che ci sarà un rapporto che andrà su un nuovo livello. Si miglioreranno
le relazioni strategiche ad un livello più alto: questo almeno l’annuncio sia del
ministero degli Esteri cinese che del Dipartimento di Stato americano. In realtà,
però, si parlerà a 360 gradi di questioni economiche, certamente, ma anche di questioni
strategiche e militari: ci sono la collaborazione militare, l’Afghanistan, l’Iran.
Si sta definendo una nuova partnership globale che, visto il fondamento sulle due
economie, è destinata a condizionare quanto meno gran parte del prossimo decennio.