Medici Senza Frontiere: salvare i bambini dalla malnutrizione
Un appello ai partecipanti al Vertice mondiale sulla Sicurezza Alimentare della Fao
è arrivato ieri dalla ong Medici Senza Frontiere che, presentando il rapporto su quanto
il mondo spende per la lotta alla malnutrizione, chiede che si presti attenzione soprattutto
alla malnutrizione infantile che mette ogni anno a rischio la vita di 20 milioni di
bambini. Il servizio di Francesca Sabatinelli:
Aumentare
i finanziamenti rimasti invariati per sette anni, riallocare i fondi e limitare gli
sprechi, distribuire meglio il cibo: è su queste basi che poggia la vera lotta alla
malnutrizione, quella lotta che – spiega Medici Senza Frontiere – eviterebbe ogni
anno la morte di un numero che va dai tre milioni e mezzo ai cinque milioni di bambini
al di sotto dei cinque anni. Gli stanziamenti dei Paesi ricchi non superano, ad oggi,
i 350 milioni di dollari, quando la Banca mondiale ci dice che ne occorrerebbero 12
miliardi e mezzo, ossia 30 volte più della somma a disposizione. Inoltre, spiega Medici
Senza Frontiere, solo il due per cento dei programmi di aiuto fa riferimento esplicito
alla malnutrizione. Loris De Filippi, responsabile dei progetti
di Msf Iralia:
“Le nostre perplessità derivano dal
fatto che c’è un approccio sicuramente insufficiente e non globale al problema della
malnutrizione. Spesso si associa la malnutrizione solo all’assenza del cibo; in realtà,
quello che vediamo nei nostri centri è il fatto che manchino – anche quando il cibo
c’è – le sostanze che sono fondamentali per l’accrescimento, per lo sviluppo del sistema
immunitario dei bambini. Soprattutto poi per la malnutrizione infantile crediamo che
bisogna dare un occhio di riguardo e, onestamente, i grossi donatori, le Nazioni Unite
– che sono gli attori più importanti – crediamo che non abbiano l’attenzione adeguata”.
La
preoccupazione di Medici Senza Frontiere è che gli sforzi del summit di Roma si concentrino
prima di tutto sulla promozione della produzione agricola a scapito dei programmi
di nutrizione, il che – spiegano i medici – condannerebbe milioni di bambini alla
morte o a soffrire di gravi handicap per tutta la vita:
“Dai
zero ai ventitre mesi è la fascia d’età più importante per lo sviluppo, ad esempio,
del sistema immunitario. Se noi non operassimo con attenzione e rapidità in questa
fascia d’età potremmo avere in seguito dei problemi molto gravi. La malnutrizione
sarà sicuramente un fenomeno importante per incrementare la mortalità in Paesi in
via di sviluppo”.
Ciò che occorre sono programmi
sociali nazionali che si occupino delle emergenze, come hanno fatto ad esempio i governi
di alcuni Paesi usciti dalla crisi alimentare con le loro forze:
“Ci
sono dei Paesi che hanno compreso che oltre ai problemi dello sviluppo dell’agricoltura
ci devono essere dei programmi di nutrizione supplementari all’interno del Paese.
Parliamo dello Sri Lanka, del Messico, di Paesi che hanno fatto questo tipo di ragionamento
molto intelligente: cerchiamo di dare una soluzione globale al problema, sviluppiamo
sicuramente l’agricoltura, definiamo come programma una retribuzione sul territorio
del cibo, ma facciamo anche uno sforzo, che è quello supplementare die programmi terapeutici
o comunque nutrizionali dei bambini”.