2009-11-12 15:24:10

I vescovi argentini ricordano il 25.mo del Trattato di pace e amicizia tra Cile e Argentina


In un comunicato, i vescovi argentini riuniti in Assemblea plenaria fino a sabato hanno ricordato ieri l’importanza di commemorare, il prossimo 29 novembre, la firma del “Trattato di pace e amicizia” siglato 25 anni fa tra il Cile e l’Argentina a conclusione della mediazione di Giovanni Paolo II. I presuli perciò ricordano in primo luogo la figura del Papa, “verso il quali – scrivono - questi popoli nutrono affetto e gratitudine” e poi quella del compianto cardinale Antonio Samoré, artefice delle trattative in rappresentanza del Pontefice. Ricordando la situazione di 25 anni fa, i vescovi aggiungono che “gli argentini e i cileni non fineranno mai di ringraziare Dio di aver evitato la follia della guerra donando in cambio la pace. E’ possibile – proseguono -che non sia stata percepita ancora, fino in fondo, la misura dell’abisso dentro il quale stavamo per precipitare. Forse non abbiamo ancora valutato con pienezza – continuano i presuli - i campi ampissimi che si sono aperti” dopo l’accordo firmato il 25 novembre 1984 nei settori della “cooperazione e l’integrazione” tra i popoli e quindi di quanti benefici si possono ancora avere. I presuli sottolineano dunque l’importanza della prossima visita in Vaticano del presidente argentino signora Cristina Fernàndez e di quello cileno signora Michelle Bachelet, che saranno ricevute in udienza da Benedetto XVI il 28 novembre. “Vista a distanza - osservano - la mediazione di Giovanni Paolo II è stata molto di più di un’azione pacificatrice tra due Paesi litiganti, iniziata oltre trenta anni fa. Fu ed è – aggiungono i vescovi - una fonte perenne e alta d’ispirazione politica internazionale, con la quale il Papa affermò due principi: cercare sempre le convergenze piuttosto che le differenze” e “cercare costantemente la cooperazione”. Infatti, Giovanni Paolo II diceva all’inizio della sua mediazione che riteneva opportuna “la ricerca, in primo luogo, dei punti di convergenza fra le posizioni delle parti” anche se la controversia è complessa “non deve essere impossibile trovare punti in comune”. Poi, Giovanni Paolo II, raccomandava di “riflettere sulle possibilità che le due nazioni hanno per collaborare in una serie di attività dentro e fuori il territorio australe” conteso. Il Papa osservava allora e questi 25 anni lo hanno dimostrato, vista la firma di numerosi accordi di cooperazione e collaborazione - i cui benefici oggi sono riconosciuti da tutti i due popoli -, che la ricerca di intese “avrebbe creato condizioni favorevoli per cercare e scoprire la soluzione completa delle questioni più complesse”. I presuli argentini, pellegrini al Santuario di “Nuestra Señora de Luján”, concludono la loro dichiarazione ringraziando per i benefici del Trattato e chiedendo l’intercessione di Maria Vergine, ai cui piedi si sono riuniti in preghiera. Hanno chiesto che Dio Padre benedica i loro popoli dei due Paesi, oggi chiamati a celebrare anche la Missione continentale e l’anno sacerdotale nel segno della fratellanza e della pace. (A cura di Luis Badilla)







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