Corso di formazione in Vaticano per la sicurezza sul lavoro
E’ in corso in Vaticano il seminario di formazione per gli incaricati e delegati della
sicurezza nei luoghi di lavoro dello Stato della Città del Vaticano. L’iniziativa,
promossa dal Governatorato, punta alla formazione dei responsabili delle varie Amministrazioni
dello Stato sui temi della prevenzione degli incidenti sul lavoro e la tutela della
salute dei lavoratori, laici e religiosi. Gli uffici interessati al corso di formazione
sono, tra gli altri, la Segreteria di Stato, le Congregazioni, l’Apsa, la Fabbrica
di San Pietro, l’ospedale Bambin Gesù, la Radio Vaticana e il centro radio di Santa
Maria di Galeria, le Ville Pontifice di Castel Gandolfo. Al microfono di Luca Collodi,
il delegato del cardinale Giovanni Layolo, presidente del Governatorato, per il servizio
della Sicurezza e della tutela della salute dei lavoratori in Vaticano, Pierpaolo
Di Mattia.
R. – Il Vaticano
ha messo a punto una normativa interna proprio per venire incontro alle esigenze dei
lavoratori. E’ un piccolo Stato, però all’interno del Vaticano ci sono tantissime
attività lavorative, edilizie e di terziario, che vanno tutelate nel loro svolgimento
quotidiano.
D. – Quindi, le piccole dimensioni dello
Stato vaticano non tolgono spazio all’attenzione per la sicurezza e la salute di chi
lavora...
R. – No, a maggior ragione. E’ una situazione
piccola però con tutte le problematiche legate alla sicurezza sul lavoro. Ecco perché
il Vaticano da diversi mesi ha voluto dotarsi di una propria legge, senza fare più
riferimento alla normativa italiana e in generale a quella europea. Ed ecco anche
perché le persone che si occuperanno di questo particolare problema devono essere
formate. E’ una delle priorità del servizio per la sicurezza e la salute dei lavoratori,
che attraverso l’appoggio del cardinale presidente, ed anche l’autorizzazione della
Segreteria di Stato, ci ha permesso di organizzare per la prima volta un corso di
formazione vero e proprio, che si sviluppa su circa cinquanta ore formative in aula,
con esperti del settore, che svilupperanno le tematiche della valutazione dei rischi
lavorativi.
D. – Parliamo dell’indotto. Sono molte
le ditte esterne che lavorano, a vario titolo, in Vaticano?
R.
– Quando parliamo di Vaticano non parliamo solo delle mura, ma anche di molte zone
extraterritoriali, che sono una cinquantina, ma soprattutto di tutto il personale
esterno. Ad esempio, ci sono circa 200 ditte edili che gravitano all’interno dello
Stato, con piccoli e grandi lavori. Proprio per questo bisogna essere attenti, ed
anche molto più attenti di quello che succede in Italia, alla normativa di sicurezza
e quindi alla tutela di questi addetti all’edilizia ma anche delle altre attività.
D.
– L’antincendio, ad esempio, ma anche il primo soccorso…
R.
– Sì, l’antincendio, il primo soccorso per quanto riguarda l’incidente banale: la
scivolata, la caduta. Ma poi, c’è la valutazione vera e propria del rischio. Praticamente
ogni addetto alla sicurezza, che gli Enti vaticani hanno nominato in questi mesi,
dovrà valutare i rischi lavorativi delle proprie unità produttive. Quindi, dal momento
che questo, molto spesso, è rivolto a persone che finora non hanno avuto una valida
preparazione tecnica, era necessario fare un corso che offrisse una prima informazione
generale sull’argomento. Ma chiaramente, il servizio sarà sempre a disposizione per
poter accompagnare ogni realtà lavorativa nello sviluppo della valutazione rispetto
ai progetti di lavoro che vengono ideati e realizzati. (Montaggio a cura
di Maria Brigini)