Appello dei vescovi cileni per la fine degli scioperi nel Paese
Mons. Alejandro Goic Karmelic, vescovo di Rancagua, presidente della Conferenza episcopale
del Cile, ha lanciato ieri un accorato appello sia alle autorità di governo sia ai
responsabili dei sindacati affinché trovino rapidamente le soluzioni migliori per
il ripristino di alcuni settori pubblici, oggi paralizzati da scioperi e proteste.
“Quando le richieste dei sindacati sono legittime – scrive il presule in merito alle
mobilitazioni nel Paese - meritano di essere ascoltate e studiate da parte delle autorità
che hanno il compito di prendere decisioni con realismo e badando all’interesse generale
e al bene comune”. Nella dichiarazione, i vescovi evidenziano che “la radicalizzazione
dei conflitti” colpisce la popolazione e in modo particolare a pagarne le spese sono
i più poveri del Paese. Mons. Goic fa riferimento soprattutto ai settori della sanità
pubblica, delle poste, degli ospedali, dei consultori e degli obitori e sottolinea
che “non si può giocare con la salute dei più poveri, le lotte sindacali hanno un
limite e la comunità merita rispetto”. I vescovi del Cile, che già giorni fa avevano
chiesto prudenza e dialogo, parlano anche di altri settori della popolazione che patiscono
le conseguenze di conflitti lavorativi nel campo dell’educazione e “che hanno già
provocato un danno al sistema educativo e al miglioramento della qualità dell’insegnamento”.
D’altra parte, i presuli esprimono preoccupazione e condannano le “pressioni estreme
come gli scioperi della fame” che mettono a repentaglio la vita e la salute delle
persone coinvolte e “non hanno alcuna giustificazione morale”. Prima di concludere,
i presuli chiedono l’intercessione e la protezione di Maria Vergine e rinnovano il
loro invito “ai dirigenti dei grandi sindacati in mobilitazione e alle autorità pertinenti
affinché compiano dei gesti, urgenti e concreti, di generosità e amicizia civica che
consentano di ristabilire il dialogo” e favorire “la disponibilità delle parti”. “Ma
soprattutto - si legge nella dichiarazione di mons. Goic - vi imploriamo di ripristinare
il funzionamento dei servizi di base per le famiglie più povere”. (L.B.)