2009-11-12 12:16:29

Aperta la plenaria di Cor Unum sui percorsi formativi per gli operatori della carità


Si è aperta oggi a Villa Aurelia a Roma, la 28.ma Assemblea Plenaria del Pontificio Consiglio Cor Unum, il dicastero vaticano che promuove la catechesi della carità e distribuisce le donazioni del Papa. Vi partecipano i membri del Consiglio, presieduto dal cardinale Paul Josef Cordes, alcuni cardinali e vescovi provenienti da tutto il mondo ed i rappresentanti di alcuni grandi organismi caritativi della Chiesa cattolica come il Catholic Service, il Catholic Charity degli Stati Uniti, Manos Unidas, Caritas Spagna, Caritas Italia, Aiuto alla Chiesa che soffre. Al sottosegretario di Cor Unum, mons. Giovanni Pietro Dal Toso, Roberto Piermarini ha chiesto il perché del tema della Plenaria di quest’anno: “Percorsi formativi per gli Operatori della carità”.RealAudioMP3

R. – Perché è un tema centrale, che ha individuato il Santo Padre nella sua enciclica “Deus caritas est”, quando invitava ad una sempre migliore “formazione del cuore”. Questo ci è sembrato un punto chiave nel nostro compito, anche di Cor Unum: individuare quali siano gli elementi fondamentali di questa formazione del cuore. Per questo motivo la scorsa Plenaria l’abbiamo dedicata al tema della formazione. Quest’anno vogliamo precisare il tema della formazione, individuando alcuni elementi importanti per questi percorsi formativi, elementi concreti per la formazione di chi opera negli organismi caritativi.

 
D. – Quali difficoltà avete incontrato nella preparazione di questa Plenaria e anche nell’attuazione di questo tema?

 
R. – Più che difficoltà mi è sembrato un bel lavoro di coinvolgimento, perché nella primavera di quest’anno abbiamo mandato a diversi organismi un lungo questionario, chiedendo che cosa si fa concretamente per la formazione, quali modelli vengono applicati nei singoli organismi. Dobbiamo pensare che la formazione ha diversi livelli e non si tratta solamente della formazione professionale, assolutamente importante; non si tratta solamente della formazione umana, anche questa assolutamente importante: si tratta anche della formazione di fede, visto che si tratta di organismi che lavorano nella Chiesa. Quindi, è stato interessante, perché in questo modo abbiamo coinvolto tutti gli organismi, che si riferiscono al nostro dicastero, nella riflessione su quale tipo di preparazione, di formazione si voglia dare a chi lavora nei nostri organismi. Questo materiale poi è stato elaborato da una facoltà di teologia di Friburgo, in Germania, perché lì da più di 80 anni c’è una cattedra, all’interno appunto della Facoltà di teologia, che riflette sulla teologia della carità. Allora, trattandosi di specialisti, ci hanno aiutato, ci aiuteranno ancora, elaborando questo materiale, individuando alcune piste concrete che verranno poi discusse durante la Plenaria.

 
D. – C’è un’attualizzazione concreta di questo tema dei “percorsi formativi”?

 
R. – Per noi, ovviamente, la Plenaria è un momento importante in questo cammino di focalizzazione del tema della formazione. Da parte nostra, poi, abbiamo anche promosso questi due grandi incontri continentali: a Guadalajara, l’anno scorso, per l’America, e nel settembre di quest’anno a Taipei, per l’Asia. Sono stati due grandi incontri di corsi di esercizi spirituali nei quali abbiamo invitato i presidenti, i direttori di organismi caritativi diocesani nazionali dell’Asia ad un momento di riflessione spirituale su quello che loro stanno facendo. E devo dire che questo ha avuto un successo notevole. Quest’anno a Taiwan c’erano quasi 500 persone, provenienti da diversi Paesi dell’Asia, e il riscontro è stato positivo, non solo per quanto si è fatto in loco, ma perché molti partecipanti hanno poi deciso di ripetere l’evento a livello locale nelle loro diocesi o nelle loro nazioni. Questo dice che c’è un bisogno, sentito anche, di approfondire le radici della fede, di quello che si opera nella carità: c’è un rapporto tra fede e carità che non possiamo semplicemente ignorare, ma che siamo chiamati costantemente a ravvivare. E credo che uno dei compiti importanti del nostro Pontificio Consiglio sia proprio quello di richiamare le radici di fede dell’attività caritativa. E, in questo senso, speriamo di poter realizzare le iniziative prese in America e in Asia, nei prossimi anni, anche in altri continenti.







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