2009-11-11 15:01:45

Obama: più soldati per l'Afghanistan


Il presidente americano, Barack Obama, chiederà ai Paesi membri della Nato di mettere a disposizione altri 4 mila uomini per l’Afghanistan. Dagli Stati Uniti sarebbe pronto il nuovo piano che prevede l’invio di altri 30 mila soldati. A diffondere l’indiscrezione è il Times di Londra, che cita fonti militari. Da parte sua, la Casa Bianca precisa invece che il presidente sta valutando quattro opzioni di cui discuterà nella riunione del Consiglio di guerra convocato per oggi. Alla fine quale sarà la strategia che passerà? Salvatore Sabatino lo ha chiesto ad Alberto Negri, inviato speciale del quotidiano “Il Sole 24 Ore”, raggiunto telefonicamente a Kabul:

R. – Abbiamo un Paese che è difficilissimo da controllare. Non sono 120 o 140 mila i soldati che potranno controllare l’Afghanistan: ce ne vorrebbero, forse, 400-500 mila. Neppure i sovietici, ai tempi, con 250 mila uomini ci riuscirono. E’ quindi evidente che l’opzione militare è una parte, ma una parte non preponderante per risolvere la situazione. La parte più importante riguarda l’azione politica all’interno dell’Afghanistan ed anzitutto per stabilizzare la situazione dopo le elezioni che si sono avute, che sono state contestatissime e che hanno riconfermato Karzai; si deve capire poi se Karzai riuscirà a fare un governo più credibile ed efficace di quello che c’è; procedere velocemente con l’addestramento delle truppe; terzo punto e, forse più importante di tutti, è quello di capire chi sostiene dall’esterno la guerriglia talebana.

 
D. – Intanto ad Istanbul va di scena la Conferenza per la ricostruzione dell’Afghanistan: quali risultati ci possiamo attendere e quali le attese nel Paese?

 
R. – Non mi sembra questa la Conferenza sulla ricostruzione che possa decidere del futuro del Paese. Questo assolutamente no. Le conferenze sull’Afghanistan, dove si parla di soldi, che poi non vengono erogati ma soltanto sottoscritti a parole, sono completamente inutili. Sono poi ancora più inutili le conferenze con Paesi confinanti che alla fine non fanno quasi niente di quello che dicono di voler fare e ai quali viene chiesto un impegno.







All the contents on this site are copyrighted ©.