La presenza cappuccina da un secolo nella Repubblica Democratica del Congo
In Belgio, è stato ricordato il primo centenario della presenza dei Cappuccini nella
Repubblica Democratica del Congo (ex Zaire) e dell’espansione del carisma francescano-cappuccino
nel Paese. La Messa d’apertura è stata celebrata nella cattedrale di Anversa da mons.
Johan Jozef Bonny, arcivescovo della città belga. Dopo la celebrazione, gli invitati
hanno condiviso un pranzo di fraternità a bordo di un battello sul fiume d’Escaut,
da dove partirono i primi sei missionari fiamminghi. Per l’occasione è stato presentato
il libro del centenario “Cent ans de vie capucine au Congo: 1910-2010”. Scritto in
quattro lingue (olandese, francese, italiano e lingala) sotto la direzione di fra
Kamiel Teuns, la pubblicazione ripercorre la storia dell’evangelizzazione dagli inizi,
grazie all’opera di religiosi belgi e italiani, fino alla costituzione della vice
provincia generale del Congo nel 1994. I Cappuccini hanno non solo impiantato l’Ordine
nella nazione, ma hanno fondato nuove missioni; hanno formato il clero locale; hanno
contribuito allo sviluppo sociale con progetti mirati all’insegnamento e alla salute;
hanno realizzato libri di grammatica e messo per iscritto lingue solo parlate; hanno
infine promosso la formazione dei catechisti, la traduzione della Bibbia in lingue
locali e introdotto un rito proprio nella liturgia (rito zairese). La implantatio
Ordinis ha ricevuto un grande apporto anche grazie all’impegno dei fratelli non chierici.
Dopo diversi tentativi, solo a partire dal 1977 è iniziata la formazione dei frati
autoctoni. Attualmente quelli presenti nella vice provincia sono 70, tra di loro solo
4 religiosi non sono congolesi ma belgi e italiani.(A cura di padre Egidio Picucci)