Il nunzio in Sri Lanka: la comunità internazionale aiuti la ricostruzione
E sulla difficile situazione umanitaria e politica dello Sri Lanka sentiamo il nunzio
apostolico a Colombo, mons. Joseph Spiteri, cui Stefano Leszczynski
ha chiesto un commento alla luce dell’Appello di Benedetto XVI:
R. – Questo
appello tocca due punti molto importanti: da una parte c’è il ritorno degli sfollati
di guerra, che sono ancora più di 160 mila ed ancora nei campi da alcuni anni e, dall’altra,
una soluzione più duratura del conflitto, che sarà poi a beneficio di tutto il Paese.
D. – Lo Sri Lanka è da poco uscito da un conflitto
estremamente sanguinoso. Qual è la situazione in cui si trova a vivere oggi il Paese?
R.
– L’ultima fase del conflitto riguardava una regione del nord solamente. Adesso c’è
già la possibilità di viaggiare in quasi tutto il Paese. Si vede anche la ricostruzione
delle nuove infrastrutture. Il problema ora è quello del lavoro, di ritrovare i posti
di lavoro.
D. – Eccellenza, il Santo Padre ha anche
auspicato che la comunità internazionale intervenga in maniera più concreta per aiutare
il Paese sia da un punto di vista umanitario che economico…
R.
– ...prima di tutto per la ricostruzione e quindi anche per aiutare questi sfollati,
permettendo loro di ritornare alle proprie case, che sono state però distrutte: ora
c’è bisogno di un grande impegno. E’ necessaria, a volte, la ricostruzione di interi
villaggi. Lo Sri Lanka, però, ha anche bisogno di appoggio economico per cercare di
sostenere quelle poche industrie che vivono grazie all’esportazione. La comunità internazionale
dovrebbe poi continuare ad appoggiare e sostenere il dialogo tra tutte le comunità,
anche per cercare di trovare delle soluzioni secondo la cultura e le tradizioni locali,
ma sempre nel rispetto della piena democrazia e dei diritti di tutti i cittadini.
Anche il presidente ha insistito molto sul fatto che tutti i cittadini debbano sentirsi
cittadini a pieno titolo e quindi con tutti i loro diritti. Ma anche lì è necessario
aiutare le diverse comunità ed intavolare con loro un dialogo più profondo, anche
con la partecipazione della diaspora di queste stesse comunità all’estero.