2009-11-11 14:58:56

Dibattito sulla "Fides et ratio" all'Urbaniana: intervista con mons. Piacenza


Verificare lo stato di ricezione e attuazione dell’Enciclica di Papa Giovanni Paolo II “Fides et ratio” nei diversi ambiti disciplinari, ma anche riscoprire l’attualità di questo documento, capace di suscitare un forte dialogo tra Chiesa e società civile: questi gli obiettivi dell’odierno convegno di studi organizzato dalla Pontificia Università Urbaniana, nell’ambito delle celebrazioni per il decennale dell’Enciclica, sul tema: “Il legame ultimo tra la sapienza teologica e il sapere filosofico”. Il servizio di Cecilia Seppia:

 
“La fede e la ragione sono come le due ali con le quali lo spirito umano si innalza verso la contemplazione della verità”. E’ questo l’incipit dell’Enciclica “Fides et ratio” scritta da Giovanni Paolo II, che continua ancora oggi a riaffermare la sua attualità, portando con sé la grinta e il coraggio propri del cristianesimo, ma anche lo stimolo costante della ricerca autentica del vero, del bello e del buono. Ma quanto ha inciso questo documento sulla vita della Chiesa e sulla formazione dei sacerdoti? Mons. Mauro Piacenza, segretario della Congregazione per il clero:

 
“Credo soprattutto ad un livello di una ripresa di coscienza. Dopo una lunga e larga deriva di divorzio tra la fede e la ragione – evidentemente mai nel magistero della Chiesa – nelle mode educative, certamente c’è stato un richiamo forte. E’ vero che il terreno era molto umidificato da altri metodi, però c’era anche una sete di quello a cui il Papa è andato incontro con la 'Fides et ratio'. Quindi direi che questa, lentamente e progressivamente, diventa un’acquisizione proprio nella formazione del clero già nella formazione seminaristica”.

 
Nessuna contrapposizione dunque tra fede e ragione, né separazione tra sapienza teologica e sapere filosofico, uniti indissolubilmente dalla ricerca della verità. Esiste però un problema di non salda coincidenza tra il contenuto dell’Enciclica e il metodo necessario perché essa si traduca in azione. Ancora mons. Piacenza:

 
“Nella catechesi, per esempio, ci si è persi moltissimo nei metodi. Non va però dimenticato che il metodo è soltanto uno strumento, è un canale e tale deve rimanere. Ad un certo punto il contenuto dovrebbe coincidere col metodo, fa cioè un tutt’uno. Bisognerebbe fare questo, evitando di esagerare sugli strumenti, sui contenuti, sulle metodologie, se questo è a scapito dell’approfondimento, della sostanza”.

 
A seguire anche la Lectio magistralis di mons. Luis Ladaria, segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede, sulla mutua implicanza tra teologia e filosofia, aiuti indispensabili –secondo il presule- con cui occorre confrontarsi per evitare che la scienza proceda da sola su sentieri tortuosi. Senza dimenticare - come diceva Sant’Agostino - che se la fede non viene pensata è nulla, ma così anche la ragione e ogni tradizione culturale se non si apre a Cristo, e non si lascia da Lui criticare e interpellare.







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